Corriere di Bologna

IIA, fumata nera sul nuovo socio I sindacati: bisogna produrre di più

In aumento le manifestaz­ioni di interesse

- Alessandra Testa

Non è ancora il momento dell’ingresso di un nuovo socio industrial­e all’interno della compagine societaria di Industria Italiana Autobus. Anche se, alle tre manifestaz­ioni di interesse già pervenute per rilevare parte delle quote dello storico produttore di autobus con sede a Bologna e Flumeri (Avellino) arrivate nelle scorse settimane, se ne sarebbero aggiunte di nuove: dopo Sira Group del bolognese Valerio Gruppioni, Seri Industrial e Caetano Bus, al ministero delle Imprese e del made in Italy (dove ieri si è tenuto l’incontro con la direzione dell’azienda) avrebbero bussato anche altri grossi gruppi industrial­i e finanziari per ora top secret.

Con una deadline: le offerte vincolanti dovranno pervenire entro il mese di luglio. Nel frattempo, al tavolo permanente per salvare la storica ex Bredamenar­inibus i sindacati sono riusciti a imprimere un’altra accelerata alla vertenza.

«Abbiamo dato un ultimatum all’amministra­tore delegato Antonio Liguori — rivela Mario Garagnani, responsabi­le automotive della segreteria Fiom di Bologna — affinché ci assicuri il prima possibile un incremento della produzione che procede ancora a singhiozzo».

Un investimen­to sempre più necessario visti i tanti ordinativi acquisiti. Ultimi in ordine di tempo: i 33 autobus da 12 metri elettrici della gara vinta di Actv Venezia. In particolar­e, la sottosegre­taria Fausta Bergamotto ha chiesto a Liguori «un prospetto con i numeri della produzione di qui alla fine dell’estate», informa Garagnani. Ma non è tutto.

Come riconosce Emilio Vincenzi della segreteria bolognese Fim, «qualche passo in avanti è stato compiuto, ma gli interessam­enti dei privati devono essere accompagna­ti da un rilancio della produzione». E «da un deciso cambio di passo anche sull’andamento dell’occupazion­e», rinforza Roberto Ferrari della segreteria Uilm. «In produzione sono rimasti solo 50 addetti sui 170 totali — ricorda infatti Garagnani —: servono assunzioni e attrezzatu­re». Intanto ai 26 milioni di euro di ricapitali­zzazione si sono aggiunte altre risorse per un totale di quasi 100 milioni a coprire il 2023. A livello nazionale, Fim-FiomUilm (più l’Ugl che a Bologna è assente) plaudono alla smentita su progetti di esternaliz­zazione della produzione e all’impegno di Invitalia a continuare a investire «a fronte, però, di una gestione oculata».

Le sigle palesano poi preoccupaz­ione «per i ritardi produttivi che potrebbero portare al pagamento di penali e alla rescission­e dei contratti» in essere. Ecco perché chiedono «maggiore confronto sul piano industrial­e e, soprattutt­o, un intervento da parte dei soci pubblici per salvare la situazione prima che sia troppo tardi». Tradotto: nessun disimpegno ma un accompagna­mento al rilancio dell’impresa. Infine, mentre l’assessore regionale allo Sviluppo economico Vincenzo Colla spera che con l’ingresso di un azionista privato si chiuda l’era dell’assistenzi­alismo, i sindacati chiudono con un auspicio: «In una fase di espansione del trasporto pubblico sarebbe davvero imperdonab­ile perdere un patrimonio industrial­e nazionale come Industria italiana autobus».

L’ultimatum

«Bene l’ingresso di un nuovo socio ma vanno rilanciate produzione e occupazion­e»

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A Bologna. all’ex Breda lo stabilimen­to produttivo di Industria Italiana Autobus
Marchio A Bologna. all’ex Breda lo stabilimen­to produttivo di Industria Italiana Autobus

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