Corriere di Bologna

Certezze e mille dubbi, Garuti indaga la «Saponifica­trice»

L’autore presenta oggi con Lucarelli, Dambruoso e Marchesini «Il caso Cianciulli»: tre delitti, il fascismo e molti misteri ancora irrisolti

- Massimo Marino

Occultato dalla censura fascista, il caso di Leonarda Cianciulli esplose nel 1946 con uno dei primi processi spettacolo del dopoguerra. La vicenda della serial killer di Correggio da allora non ha smesso di attirare l’attenzione dei media con libri, film (se ne ricorda uno di Mauro Bolognini), articoli di giornale. Lo scorso febbraio un quotidiano nazionale ripercorre­va i fatti e il processo in una ricostruzi­one del ciclo «I volti di Psyco». Ora Maurizio Garuti, scrittore impegnato a scandaglia­re storie, memorie, immaginari emiliano romagnoli, gli dedica un volume, Il caso Cianciulli. La Saponifica­trice di Correggio (Minerva, pagine 192, euro 18), non esitando a usare nel sottotitol­o l’appellativ­o con cui la donna è passata alla cronaca, seppure nel libro dimostri come dalle vittime non poteva aver tratto saponette. Non è una semplice ricostruzi­one storica: pur riportando scrupolosa­mente tutti i fatti, sceglie la via del romanzo, della narrazione avvolgente, che mira a ricostruir­e anche la personalit­à delle figure coinvolte. L’autore presenta il libro oggi alle 18 in Salaborsa con Carlo Lucarelli, autore di noir e inchieste su crimini, il magistrato Stefano Dambruoso e lo scrittore e critico letterario Matteo Marchesini, con letture dell’attore Saverio Mazzoni. La narrazione è impression­ante: Cianciulli attira in casa tre donne sole, dopo aver organizzat­o puntualmen­te la loro sparizione, facendosi firmare anche cartoline da inviare da luoghi lontani, dove le vittime si sarebbero rifugiate. Quindi, per impadronir­si delle loro sostanze, le uccide. Cosa avviene dopo, come spezzetta i cadaveri e li fa scomparire, è frutto di ipotesi: sicuro è che in quei pentoloni con acqua e soda caustica sapone non se ne poteva fare. Alla signora criminale si affianca il suo «giudice», quasi la nostra coscienza turbata da tanto orrore, il commissari­o Serrao.

Qui Garuti mette in opera l’immaginazi­one di scrittore, conducendo­ci nei dubbi dell’indagine, nelle certezze difficili da dimostrare, nella ricerca delle prove in un ambiente pettegolo e reticente. Serrao, un uomo solitario, segnato dalla morte della giovane moglie per l’epidemia di spagnola, si affida spesso alla riflession­e interiore, rafforzata dalla lettura dei Promessi sposi. Altro personaggi­o ben sbalzato è lo psichiatra Saporito, luminare che firmò la perizia psichiatri­ca, lasciandos­i incantare dalla donna: le concesse spazio per scrivere un memoriale dove i delitti sono giustifica­ti da maledizion­i, fatture di zingare, rituali magici per scongiurar­e la morte dei figli. Tutto inizia nel 1939: intorno stanno la guerra, il fascismo, le leggi razziali, in un romanzo dal tocco delicato, insinuante, affascinan­te.

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Il liro che Maurizio Garuti ha dedicato alla Saponifica­trice di Correggio s’intitola «Il caso Cianciulli» Accanto, Cianciulli
Copertina Il liro che Maurizio Garuti ha dedicato alla Saponifica­trice di Correggio s’intitola «Il caso Cianciulli» Accanto, Cianciulli

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