Corriere di Bologna

Renzetti: «Giovani, prendetevi il vostro tempo»

Il direttore d’orchestra abruzzese al Conservato­rio per tre giorni tiene un seminario sulle partiture

- P.D.D.

Non poteva dire di no a un suo allievo come Luciano Acocella, che l’ha invitato al Conservato­rio «Martini». E così il direttore d’orchestra Donato Renzetti ha abbandonat­o per qualche giorno l’Accademia di Direzione d’orchestra che guida a Saluzzo, in Piemonte. Per tornare a Bologna, dove da oggi a sabato terrà una masterclas­s incentrata sull’approfondi­mento delle partiture. «Bologna esordisce il 73enne Renzetti è una città a cui sono molto legato. La mia prima volta è stata con Il signor Bruschino di Rossini nel 1977, ma dopo questi tre giorni ci tornerò ancora il 2 agosto per il concerto in Piazza Maggiore, che avevo già diretto una volta nel 1986».

La lunga carriera del direttore d’orchestra di origine abruzzese negli ultimi tempi si è rivolta alla formazione dei giovani: «Mi ero quasi rassegnato - continua - a una tranquilla pensione, quando invece mi è stato chiesto di occuparmi di giovani. Un’esperienza che richiede un atteggiame­nto ben diverso dalla direzione d’orchestra. Ora a Saluzzo faccio corsi 5 volte l’anno, di 5 giorni ognuno. È un’esperienza che ha fatto tornare giovane un nonnetto come me. Quando mi ha chiamato Acocella, uno dei tanti allievi che ho avuto come Michele Mariotti, che è stato per anni al Comunale di Bologna, quasi un figlio per me, ho potuto solo accettare».

L’approccio dei giovani musicisti in questi ultimi anni è un po’ cambiato, osserva Renzetti: «Oggi non basta più solo la musica, ci sono tanti altri fattori come i social, c’è un rapporto diverso dei giovani con la profession­e. C’è più fretta e questo può influire sulla preparazio­ne. Io consiglio sempre di prendersi il proprio tempo, perché poi la preparazio­ne è sempre la chiave di volta. Il talento non basta se non viene coltivato, ho conosciuto tanti musicisti. magari non dotati come altri. ma che avevano tenacia e voglia di arrivare. Ingredient­i fondamenta­li, in campo musicale e non solo». Renzetti il suo talento l’ha coltivato fin da bambino, quando nei suoi temi scriveva che da grande avrebbe voluto diventare un direttore d’orchestra. Un sogno che è riuscito ad avverare superando anche qualche diffidenza in famiglia e trasferend­osi a Milano per studiare al Conservato­rio «Verdi». La sua formazione, ricorda, è stata ben diversa: «Noi avevamo insegnanti molto duri, forse anche troppo. Oggi, poi, finalmente ci sono anche tante donne che arrivano a dirigere. Anche se io credo che l’importante sia premiare chi è capace, senza distinzion­i di sesso». Dopo Renzetti il Conservato­rio «Martini» dedicherà un omaggio a Gyorgy Ligeti domenica alle 11 in Cappella Farnese e da lunedì avvierà un workshop con il giapponese Otomo Yoshihide, in collaboraz­ione con «AngelicA».

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