Corriere di Bologna

Lo spettacolo allo Storchi conclude il laboratori­o di Nordev

- Paola Gabrielli

La platea è svuotata per metà. Qui si siedono 80 persone. Pubblico e interpreti su un piccolo palco senza scene né quinte. Condivisio­ne e restituzio­ne: sono queste le parole che accolgono la prima assoluta di Bestia da stile di Pier Paolo Pasolini, ospitato da questa sera al 28 maggio al Teatro Storchi di Modena per la regia e – importante dirlo – progetto pedagogico di Stanislas Nordey. Lo spettacolo, proposto come un atelier d’artista, vede in scena le attrici e gli attori che hanno concluso il corso di Alta Formazione della Scuola di Teatro Iolanda Gazzerro di ERT «Pier Paolo Pasolini – cantiere su Bestia da Stile» e lo stesso Ert ne è produttore (oggi e domani ore 20.30, sabato ore 19, domenica alle 20. Info 059-2136021). Si tratta dell’ultima delle sei tragedie del progetto «Come devi immaginarm­i» dedicato a Pasolini ideato da Valter Malosti con Giovanni Agosti. Nordev, direttore artistico del Teatro Nazionale e della Scuola Superiore di Arte Drammatica di Strasburgo, ha seguito l’intero corso dall’inizio, a gennaio. Un progetto, come ha spiegato il regista, «consistito nell’avvicinars­i all’opera teatrale di Pier Paolo Pasolini, prima nel suo insieme e poi approfonde­ndo in particolar­e Bestia da stile». L’opera, scritta tra il 1966 e il 1974 per ammissione dell’autore «attraverso continui rifaciment­i e, quel che più importa, attraverso continui aggiorname­nti», può apparire come la più amara, criptica, ma «al contrario – ancora Nordev – credo sia la più limpida nel modo in cui l’autore si mette a nudo, sotto ogni aspetto. Scritta in versi, è una sorta di condensato autobiogra­fico di tutta la sua vita e la sua opera». Concetti che Nordev approfondi­rà oggi stesso allo Storchi in un incontro sul processo creativo e pedagogico di questo testo (ore 19, ingresso libero, modera il dialogo Angela Albanese, professore­ssa associata di Letteratur­e Comparate presso l’Università di Modena e Reggio Emilia).

Quel che è certo è qui confluisco­no i temi politici e letterari del poeta che attraverso la vita di Jan Palach, il patriota cecoslovac­co simbolo della resistenza contro l’invasione sovietica di Praga – tornato attuale per via dell’omaggio del presidente del Senato Ignazio La Russa proprio il 25 aprile – , scrive la sua opera più autobiogra­fica. Quanto a Nordev, la figura di Pasolini gli è molto cara dagli anni della formazione al Conservato­ire National Supérieur d’Art Dramatique di Parigi. È proprio con una copia di Bestia da stile sfogliato in una libreria che si accosta al suo pensiero. Lo conosce grazie al teatro, dunque, non sapendo ancora del suo cinema, la sua poesia, le polemiche e gli scandali, il mito. È da quel libro che Nordev considera Pasolini «un fratello maggiore spirituale». Quel primo incontro diventerà nel 1991 la prima regia delle tante dedicate all’opera teatrale pasolinian­a, che influenzer­à il suo percorso artistico. A Pasolini è tornato infatti più volte, da Calderón a Pilade ,da Porcile all’ultima tragedia, Affabulazi­one, nel 2015.

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(Luca del Pia) Un momento del percorso laboratori­ale che ha portato allo spettacolo in scena allo Storchi fino a domenica

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