Coveme cresce e sbarca in Usa Allo studio prodotti più green
L’azienda di San Lazzaro è specializzata in pellicole. L’ad: pronti a nuove assunzioni
È il sogno americano che si avvera: da San Lazzaro di Savena agli Stati Uniti, dopo aver messo le radici anche in Cina, con un sito produttivo e un laboratorio di ricerca e sviluppo, e in Germania, con un ulteriore laboratorio. Ma questo non è che uno dei più recenti traguardi di Coveme, l’azienda nata nel 1965 grazie all’attuale presidente e proprietario Pier Luigi Miciano. Con alle spalle 70 milioni di investimenti negli ultimi dieci anni e un importante sito produttivo a Gorizia (per un totale di circa 300 dipendenti), l’azienda è una delle principali produttrici a livello internazionale di film in poliestere, con il proprio «cervello strategico» emiliano.
Ogni anno vengono in media movimentate 20 mila tonnellate di film con numerose possibilità di impiego: dai pannelli fotovoltaici all’abbigliamento sportivo, dall’automotive al biomedicale. I laminati polimerici sviluppati e prodotti da Coveme per pannelli solari, per esempio, «assicurano il corretto funzionamento del modulo solare fino a trent’anni di vita — spiega l’ad Amedeo Maccolini —, proteggendolo dall’umidità e dagli agenti atmosferici, ma anche garantendone l’isolamento elettrico». Il film in poliestere è poi fondamentale per la diagnostica biomedicale, persino in situazioni, un’applicazione legata alla semplicità, alla velocità e alla precisione con cui è possibile giungere alle diagnosi: «I dispositivi in vitro e gli strip per le analisi del glucosio nel sangue» sono solo due delle possibili opzioni, aggiunge l’ad.
Linea 11 è l’ultima linea produttiva, la 14esima, appena presentata e in fase di finalizzazione del collaudo: la sua tecnologia permette di applicare «contemporaneamente più stradi di coating», continua Maccolini, ovvero di rivestimento, così da migliorare qualità come la stampabilità, la resistenza chimica, termica, meccanica nonché le proprietà idrofiliche. Una linea successiva è già in fase di studio, tenendo fede a caratteristiche di flessibilità e adattabilità: «Investire nella ricerca e nello sviluppo di prodotti innovativi, in nuove tecnologie e in sostenibilità» è fin dalle origini la mission, prosegue l’ad, che evidenzia il diverso approccio delle aziende rispetto a quello accademico: «Il mondo delle aziende è un mondo sempre più internazionale — è il ragionamento –, quindi non bastano le competenze accademiche, occorre anche un’attitudine ad affrontare queste sfide, una predisposizione proprio mentale e anche strutturale per sostenerne di importanti. Diventano fondamentali la conoscenza linguistica, il percorso accademico ma anche e soprattutto la flessibilità e la disponibilità ad affrontare mercati sempre più dinamici», qualità da ricercare proprio nel caso di nuove assunzioni: «Certamente lo sviluppo richiederà un potenziamento organizzativo — conclude Maccolini — , non solo assunzioni che riguardano lo stabilimento e il potenziamento dell’area produttiva ma anche assunzioni che riguardano l’area commerciale e post vendita. Oggi i mercati non sono più dietro l’angolo, sono lontani, sono globali».