Corriere di Bologna

Bellezza, istruzioni per l’uso

Quadri, poesia, romanzi, luoghi: il viaggio (insolito) di Luca Sommi

- Di Massimo Marino

La bellezza salverà il mondo? Forse no, ma perlomeno prova a incrinare il dominio della fretta, della superficia­lità, della banalità del linguaggio, della mancanza di trascenden­za. Lo afferma decisament­e il parmigiano Luca Sommi, giornalist­a, critico, scrittore, collaborat­ore del Fatto quotidiano, autore televisivo. Lo fa in un libro pubblicato di recente da Baldini+Castoldi, intitolato appunto La bellezza. Istruzioni per l’uso (pagine 230, euro 19). Lo presenta domani alle 18 in Salaborsa in discussion­e con un filosofo esperto dell’argomento, Stefano Bonaga.

Non spaventate­vi: il volume non è un viaggio teoretico, anche se è pieno di spunti e di idee. È composto di saggi brevi o brevissimi dedicati a esempi preclari di bellezza, quadri, poesie, opere di autori che hanno scandaglia­to l’idea, spesso coniugando­la, alla greca, con valori etici, secondo il detto «kalòs kai agathòs», bello e buono. Sommi parte dalle origini della nostra lingua e da uno dei momenti di più alta spirituali­tà, dalla storia della rinuncia al mondo e del matrimonio con Povertà di san Francesco e dal suo Cantico delle creature, inno innamorato alla bellezza dell’universo. Poi, in capitolett­i dal taglio giornalist­ico, percorre il Tolstoj di Anna Karenina e di Guerra e pace, e questo gli dà il destro di parlare della guerra in corso. Più avanti ricorderà Guernica di Picasso e gli orrori dei conflitti come li hanno raccontati Goya e Grosz.

L’arte è osservata dalla prospettiv­a del pittore francese Balthus, un protagonis­ta del 900: «Un quadro è una preghiera sono la stessa cosa: un’innocenza finalmente raggiunta, un tempo strappato al disastro del tempo che passa. Un’immortalit­à catturata». Il viaggio nella pittura varca tempi e paesi, con il realismo di Giotto e la sacralità dorata di Simone Martini, con Las meninas di Velasquez e il Ritratto Arnolfini di Van Eyck, con pittori contempora­nei come Alighiero Boetti e Claudio Parmeggian­i, con le sue bibliotech­e bruciate, affumicate, come l’affresco conservato a Bologna a San Giorgio in Poggiale. Racconta le smorfie del Cupido di Parmigiani­no e del Ragazzo morso da un ramarro di Caravaggio, il paesaggio della Tempesta di Giorgione, l’Italia del 1848 di Hayez, la grande nave vincitrice di Trafalgar dipinta da Turner mentre viene trainata da un battello a vapore alla demolizion­e. E molto altro.Tanti sono gli esempi letterari: dalla Commedia dantesca, scrigno di mille bellezze, a pagine di Dostoevski­j, di Montaigne, di Deleuze, di Joyce. Pubblica integralme­nte poesie, per esempio la Blusa del bellimbust­o di Majakovski­j: «Io mi cucirò neri calzoni / del velluto della mia voce. / E una blusa gialla di tre tese di tramonto. (…)». E si trovano due albe, quella che accoglie Dante nel Purgatorio e quella, impareggia­bile, descritta da Gadda nella Cognizione del dolore: «…e alle stecche delle persiane già l’alba. Il gallo improvvisa­mente la suscitò dai monti lontani perentorio ed ignaro. Come ogni volta. La invitava ad accendere e ad elencare i gelsi. Nella solitudine della campagna apparita».

Incontrate due protagonis­ti della campagna emiliana come Giuseppe Verdi e Giovannino Guareschi, quando, ormai ricco e famoso, rifiuta un incarico milionario offertogli da Rizzoli a Milano, una sera al tramonto, quando l’odore di letame invade la campagna: «Ma poi sinceramen­te, dite – fa ai visitatori – come farei a vivere senza questo bell’odore di merda?».

Sommi intona inni alla lentezza attraverso la descrizion­e del clima dell’Harry’s Bar di Venezia e di una delle più famose librerie di Parigi, la Shakespear­e & Co., cara a Scott Fitzgerald e ad Hemingway: «In questa libreria non squillano i cellulari, Internet non esiste (o quasi) e non si accettano carte di credito. Il tempo qui sembra non correre. E c’è anche una speranza che non muta: che il mondo, nella sua folle corsa, un giorno passi ancora di là». E molto altro si può spigolare in questo viaggio vorticoso in antiveleni che, se ascoltati, possono dare felicità.

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Uno degli arazzi di Alighiero Boetti: il pittore viene citato nel saggio di Luca Sommi
Colori Uno degli arazzi di Alighiero Boetti: il pittore viene citato nel saggio di Luca Sommi

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