Angori lasciato da solo «Il mio futuro? Non so La Effe prima di tutto»
È calato il sipario sulla stagione della Fortitudo, un finale amaro che il tecnico Matteo Angori ha provato a raccontare a modo suo, abbandonato da una società che in questi mesi non aveva perso occasione per parlare. Nel momento del commiato però è stato il 39enne allenatore a caricarsi sulle spalle la baracca. «Complimenti a Cremona che nell’arco delle quattro gare ha meritato la finale –—ha esorpensato dito Angori — ma spero che in queste settimane la mia squadra sia riuscita a trasmettere qualche emozione. Ci dispiace concludere l’anno con una sconfitta in casa, dopo lo sforzo di venerdì ci è mancata un po’ di benzina ma penso che possiamo tornare a casa a testa alta».
Promosso in corsa da vice a titolare proprio alla vigilia dei playoff, buttato nella mischia pagando le diatribe interne della società, il tecnico ha difeso il suo operato e cercato anche di proteggere l’ultima uscita del presidente Valentino Di Pisa che dopo gara 3 aveva parlato di obiettivi già raggiunti. «È stata un’annata difficile — ha proseguito Angori — ma è stato comunque un bel viaggio. Ho ringraziato il presidente per quello che ha detto. Ci ha fatto piacere, non credo che abbia tolto motivazioni alla squadra. Non abbiamo consegnato le armi. In queste settimane siamo stati bravi a isolarci da quello che è successo fuori dal campo».
Prima di allontanarsi dal microfono, a testa bassa, ha al suo futuro ma soprattutto a quello della Effe: «Non so cosa accadrà da domani ma sono bolognese e fortitudino, venivo al palasport quando mio nonno faceva il gm. Penso solo che il bene della Fortitudo venga prima di tutto e che il prossimo anno si debba fare una stagione migliore di quella appena conclusa». Esattamente quello che spera chiunque abbia davvero i colori biancoblù nel cuore.