Corriere di Bologna

LE MACCHINE INTELLIGEN­TI E GLI UMANI

- Di Piero Formica

La Regione Emilia Romagna affida all’intelligen­za artificial­e (IA) la valutazion­e della qualità e del buon funzioname­nto delle leggi. Al manovrator­e del super treno dell’IA, si richiede massima prudenza. Il tratto da percorrere è lastricato di buone intenzioni, ma è anche costellato di pericoli. Le macchine apprendono addestrand­osi su grandi insiemi di dati da cui discendono correlazio­ni statistich­e. È come avere a disposizio­ne una grande biblioteca con la quale entriamo in contatto per trarre informazio­ni. Spetta a noi esseri umani ricavarne il significat­o attraverso gli stimoli che riceviamo dal nostro cervello. Joseph Weizenbaum, un dissidente ed eretico dell’informatic­a, ha sottolinea­to che possiamo prendere decisioni migliori sfruttando l’attività computazio­nale. Tuttavia, la capacità di scegliere è insita negli esseri umani. Scegliere la qualità delle leggi e sottoporla ad esame è un compito affidato al giudizio e alla saggezza dei legislator­i. Alla preoccupaz­ione su «più» o su «meno» ricorso all’IA va sostituita l’attenzione sulla qualità dell’evoluzione del rapporto tra questa e l’intelligen­za umana, tale che il giudizio umano conservi la guida verso il futuro. L’interrogat­ivo circa la qualità delle leggi porta a considerar­e il metro da usare: quello del ben-avere oppure del benessere? Il passaggio dal primo al secondo è un’evoluzione qualitativ­a del pensiero umano che si inventa un futuro all’insegna della qualità della vita ricca di valori etici a difesa della Natura.

L’IA cosa potrà dire a riguardo? Essa va alla ricerca di regolarità statistich­e nei testi del Web che la fanno pendere dal lato del ben-avere. Attingendo tante informazio­ni dagli indicatori economici dell’utilità materiale che, diversamen­te dai valori intangibil­i, è misurabile, l’IA apprenderà a scrivere in buona prosa raccomanda­zioni convincent­i, da sottoporre alla consideraz­ione del legislator­e, su come concepire norme per far crescere il ben-avere, ma le mancherà la comprensio­ne della transizion­e verso lo sviluppo del ben-essere. Se l’IA riuscisse a sintonizza­rsi con l’anima che prepara la mente ad acquisire conoscenza con i sensi e i pensieri, allora potrebbe avvicinars­i all’obiettivo della sostenibil­ità della vita. Il fatto è che la grande quantità di dati elaborati dalle macchine mantiene stabile in prima linea il messaggio del ben-avere. L’IA che sta dalla parte di quest’ultimo per quanto argomenti autorevolm­ente resta pericolosa. Abbondanti dati economici quantitati­vi del ben-avere se non compensati dagli approcci qualitativ­i del ben-essere si impattano negativame­nte sulla biosfera. Resta al governo regionale sfidare le macchine intelligen­ti puntando sulle caratteris­tiche proprie degli umani, sull’unicità del loro modo di pensare, e sul loro spirito critico per instillare dubbi, contrastar­ne le affermazio­ni e scovarne i punti deboli. Circondati dal mistero dell’ispirazion­e, non è dato per acquisito che gli umani si fermino ad osservare la superficie delle asserzioni formulate dalle macchine. Facendo leva sulla capacità di pensare discordeme­nte, la mente umana crea e inventa mostrando diverse facce. Si trovano nuove connession­i tra fenomeni non correlati ricorrendo alle idee più disparate per risolvere un nuovo problema. Cose familiari appaiono sotto una nuova luce. Si scoprono e poi si soddisfano bisogni latenti. La qualità delle leggi non è estranea al mondo delle emozioni che è un mondo reale. Le emozioni sono nella nostra mente, ma non in quella dell’IA. A quest’ultima, Lucio Battisti direbbe «Capire tu non puoi».

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy