IN AUTOMOBILE
Tutti adagio, in silenzio e gentili con i pedoni Ma una segnaletica più chiara aiuterebbe
In strada a 30 all’ora, tutti attenti e composti come nel primo giorno di scuola. Il test pomeridiano, prima dell’inevitabile — 30 o non 30 — caos «da rientro» di fine lavoro, è stato sorprendente. Il primo impatto, sui viali, è spiazzante: un magma di auto su tre file composte che avanza calmo e placido da una porta all’altra. Tutti tarati sui 50 all’ora, nessuno scarto da una corsia all’altra per guadagnare 10 metri, non si odono colpi di clacson, non si «sfanala». Così d’emblée sembra una comunità pacificamente contagiata dalla rilassatezza dell’andar adagio. Resta da capire se è la paura della multa o il desiderio di essere tutti meno pericolosi. In via Murri, su due corsie disegnate a terra (non un dettaglio), stesso ordine, ma a 30 all’ora. Ugualmente sulle altre arterie orientali, dove le auto si muovono all’insolita velocità, ma si muovono. Piano, ma fluidamente. Farlo tutti insieme — il contagio «buono» — aiuta ad affrontare la novità. Dunque, i bolognesi sono diventati tutti zen? Scomparse nevrosi e isterismi? Sopito l’orgasmo da sorpasso? Due ore in giro, non si registra alcuna manovra spericolata. Anzi. Si cede più facilmente e volentieri il passo ai pedoni sulle strisce o all’auto che si immette da una stradina laterale. E quando si passa dai 30 ai 50 sembra davvero una «bell’andatura». Sembra una rivoluzione gentile. Come quella insegnata da Franco Grillini, su un altro fronte però. Basta uscire di casa due minuti prima, basta non avere fretta. Non è impossibile riuscirci, abituarsi. In strada c’è più calma, meno frenesia e, udite udite, meno rumore. Non si corre, ma si scorre. Ma siamo solo ai titoli di testa.
Ora tocca al Comune scrivere una sceneggiatura corretta, «recitabile». Il «copione», ad esempio, non indica ancora bene all’automobilista quando si passa da una strada 30 a una 50 e così c’è chi non si schioda dalla velocità più bassa. È di buon senso l’intenzione di rivedere il limite su certe direttrici, aiuta tantissimo disegnare le corsie sulle strade più larghe e pure avere alert segnaletici, cartellonistica chiara. Chiamasi infrastrutture. Sono ancora poche, per questo i bolognesi, in questo primo fatidico giorno, sono stati più che diligenti: a loro un 30 meritato (come voto), per la lode c’è tempo.
Alla guida Nessuno scarto, non si odono colpi di clacson, non si «sfanala»
Tutti si muovono piano ma fluidamente Non si corre ma scorre