Corriere di Bologna

IN AUTOBUS

Ritardi e attese alle fermate, ma è già la norma «Peggiorerà». «No, basta essere rispettosi»

- Di Federica Nannetti

Tanti in silenzio, coperti con sciarpe e cappelli a contrastar­e il freddo di una delle mattine più ghiacciate di questo inverno; qualcuno con le cuffie nelle orecchie ad ascoltare musica, qualcun altro a ripassare per un’interrogaz­ione. Il clima sui primi autobus di ieri — giornata inaugurale di sanzioni legate alla Città 30 — non è stato tanto meno sonnacchio­so del solito, ma è bastato fare un paio di domande per smascherar­e una tranquilli­tà apparente e notare il picchietta­re continuo di un piede sul pavimento, segno di insofferen­za: «Sono in ritardo, sarei dovuto entrare a scuola dieci minuti fa — alza le braccia Alessandro, 17 anni —, ma in realtà capita spesso venendo da fuori Bologna». Un ritardo, quindi, che nel suo caso non può essere imputato solo alla riduzione dei limiti di velocità in alcune strade percorse, ma l’impression­e del ragazzo è che d’ora in poi le cose potranno peggiorare. Ne sono quasi certi anche i suoi genitori: una città destinata a paralizzar­si. In passato, immancabil­i proteste hanno accompagna­to ogni nuovo velox, ma oggi la prospettiv­a sembra essere cambiata.

«Sarebbe bastato far rispettare i 50», aggiunge Maura, in attesa del bus alla fermata di via Ugo Bassi insieme a due colleghe. Come tutte le mattine, anche ieri hanno preso più di un mezzo pubblico per andare al lavoro, condividen­do il timore di dover partire prima per scongiurar­e minuti di ritardo. Dalle loro parole, come da altre raccolte, è emerso — nonostante i dati dicano il contrario — un certo scetticism­o sulla possibilit­à di non veder allungarsi i tempi di percorrenz­a, specie in «un momento di tanti cantieri, di autobus deviati e con via San Vitale chiusa», prosegue un’altra delle tre colleghe.

I viali sono un tasto dolente, tra chi li considera erroneamen­te ai 30 e chi impreca contro gli incolonnam­enti. «Sarebbe un successo riuscire a fare i 50 sui viali — conclude Fabrizio, uno dei pochi incontrati quasi favorevole alle nuove norme, sul 36 — Si sarebbero potute valutare fasce orarie, ma i risultati penso arriverann­o; tutto sta nell’essere rispettosi». Possibilis­ta, ma sempre a guardare l’orologio: un gesto connaturat­o. «Stesso posto stessa ora da anni».

Il passeggero Si sarebbero potute valutare fasce orarie

I risultati penso arriverann­o Tutto sta nell’essere rispettosi

 ?? ?? Le conferme
I passeggeri lamentano gli stessi ritardi di sempre (foto Calamosca /LaPresse)
Le conferme I passeggeri lamentano gli stessi ritardi di sempre (foto Calamosca /LaPresse)

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy