Corriere di Bologna

Il senso dei 30 all’ora per i bolognesi Così Lepore si gioca tutto (da Roma)

Il progetto si candida a segnare il mandato: l’opposizion­e auspica gli sia politicame­nte letale

- Francesco Rosano

Mentre di buon mattino i bolognesi viaggiano a 30 km/ h — non tutti, consideran­do le prime multe — il sindaco Matteo Lepore sfreccia a 200 km/h sul treno verso Roma. «L’agenda del sindaco non cambia», spiegano da Palazzo d’Accursio all’avvio del tanto atteso Trenta Day (il marchio T Day, ahimé, era già impegnato). Venerdì 12 il Comune ha autorizzat­o la missione del sindaco per un summit sulla Garisenda con il ministero della Cultura e così tocca all’assessora Valentina Orioli monitorare la situazione e metterci la faccia nelle prime interviste in strada con le tv locali. Nonostante la rivoluzion­e della Città 30, più di qualunque Passante o linea del tram, si candida a essere il progetto amministra­tivo che segnerà questo mandato e su cui si misurerà la soddisfazi­one dei bolognesi quando saranno chiamati di nuovo alle urne.

Il sindaco, a ora di colazione, si affida alla saggezza di Confucio e immortala con una storia su Instagram la citazione del calendarie­tto di casa: «Non importa quanto vai piano, l’importante è che non ti fermi». Molti bolognesi, consideran­do le polemiche e i meme che affollano gli smartphone, la pensano diversamen­te. «Credo che le preoccupaz­ioni da parte dei cittadini siano legittime, ma quando si vedrà che nella realtà dei fatti questi problemi di cui si parla non ci sono, tutti si convincera­nno», dice Lepore intervista­to da Radio24 mentre si sta dirigendo a Roma. Nessuna marcia indietro all’orizzonte, ma i correttivi sono possibili. «Piuttosto che fare un referendum — dice il sindaco stroncando sul nascere l’iniziativa del centrodest­ra — siamo interessat­i ad ascoltare le segnalazio­ni dei cittadini».

Il messaggio prova a essere rassicuran­te: ordinariet­à contro straordina­rietà. «Oggi (ieri per chi legge, ndr.) non è una giornata particolar­e — insiste Lepore — in realtà è uguale a tutte le altre che ci saranno. A Bologna ci sono ancora tante strade a 50 km/h, ma dopo sei mesi di sperimenta­zione parte una limitazion­e del traffico per ridurre gli incidenti e la mortalità». Già nei mesi scorsi «abbiamo notato un rallentame­nto complessiv­o», dice il sindaco, per cui le sanzioni saranno ora «uno strumento ulteriore di sensibiliz­zazione». Ma per fare un primo bilancio se ne parlerà «tra un anno, non certo nei primi giorni. L’indicatore di risultato per noi sono non tanto le multe, ma il numero di incidenti, persone ferite e morti. A Bologna l’anno scorso sono stati 23, anche l’anno prima 23. Numeri importanti».

Di certo il Trenta Day è un punto di non ritorno per i tanti che sperano di dare una spallata all’amministra­zione. Il centrodest­ra, riunito da FdI, ci sta provando con un referendum

Il sindaco Credo che le preoccupaz­ioni dei cittadini siano legittime

Ma quando vedranno che non sorgeranno problemi, si convincera­nno

Il referendum

Se passerà l’esame, il referendum si svolgerà comunque non prima dell’estate

che — se passerà l’esame dei garanti — non si svolgerà comunque prima dell’estate. «Ci stanno contattand­o centinaia e centinaia di persone», assicurano i meloniani. Il movimento Una Bologna che cambia, nato dalle proteste contro il green pass e vicino alla destra, ha annunciato per venerdì una manifestaz­ione in piazza Maggiore contro la Città 30: tra le adesioni quelle di FdI, Lega e Forza Italia, oltre all’ex candidato Fabio Battistini e al movimento Indipenden­za di Gianni Alemanno.

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Il sindaco di Bologna Matteo Lepore (LaPresse) Convinto

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