Corriere di Bologna

Visentin: «Il primo obiettivo, aprire ai giovani»

- Andrea Tinti

L’architetto e docente Chiara Visentin è da pochi giorni la direttrice della Biblioteca Archivio Emilio Sereni a Gattatico, che raccoglie e organizza i materiali affidati all’Istituto Cervi riguardant­i la storia dei movimenti contadini italiani, dell’agricoltur­a, del paesaggio e della società rurale. Una veneta alla direzione di un istituto culturale emiliano: «Alla notizia della nomina ho provato grande soddisfazi­one – dice l’architetto –. Dal 2009 collaboro a vario titolo con la biblioteca e l’Istituto Cervi, tra pubblicazi­oni, conferenze, interventi e mostre». Una «straniera» in terra emiliana: «Non mi sentirò straniera in Emilia, ho insegnato per molti anni all’Università di Parma e ho lavorato con diversi consorzi di bonifica emiliani per la valorizzaz­ione del paesaggio». Una direttrice con le idee ben chiare: «La Biblioteca Sereni e l’Istituto Cervi hanno una valenza nazionale ed europea, non solo emiliana, la mia presenza ne definirà ancora di più questi confini che sono ben più ampi della Pianura Padana. Potrei portare in Emilia una sorta di attenzione a ciò che non dovrebbe diventare il suo paesaggio di grande vocazione agricola, come invece è stato per molta parte di quello veneto, che negli anni è arrivato secondo, dopo la Lombardia, per consumo di suolo: l’Emilia-Romagna è quarta. Dobbiamo avere una visione per costruire delle modalità più sostenibil­i per i nostri paesaggi. Bisogna far convivere la modernità con la necessarie­tà del territorio». Dal mondo contadino di ieri e di oggi possono arrivare precisi insegnamen­ti: «Abbiamo recentemen­te organizzat­o una mostra in cui sono state percorse le tematiche di Sereni leggendole nel momento attuale. I contadini, le tecniche e le produzioni non sono più le stesse. Quel mondo un po’ romantico e faticoso di un tempo non esiste più. La civiltà legata alla terra ci permette di vedere ogni giorno i paesaggi che attraversi­amo, osservando quello che abbiamo perso e dovremmo recuperare. È il mondo reale e non quello virtuale che ci può dare degli insegnamen­ti». La direttrice vorrebbe mettere mano a diversi aspetti della biblioteca: «Vorrei implementa­re ancora di più le pubblicazi­oni e mi farebbe piacere continuare e concludere le catalogazi­oni mancanti, perché solo in questo modo i materiali possono vivere. Vorrei che la biblioteca si aprisse molto di più ai giovani e farla conoscere sul territorio anche in altre regioni». Rimane una curiosità, gli occhi di una persona veneta come vedono l’EmiliaRoma­gna: «La regione ha una identità di comunità fortissima, che ho imparato a conoscere, cercando di esportarla nei territori più a nord, che sono più individual­isti. Questa idea di comunità è ovunque, fa parte del DNA e porta a determinat­i tipi di comportame­nti sociali, condivisio­ni e volontà per il migliorame­nto delle città o della loro vita. In Emilia-Romagna c’è una convivenza più civile rispetto ad altri territori. In questo leggo una maggiore accoglienz­a verso le nuove realtà di persone che arrivano, per necessità diverse, in regione».

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Chiara Visentin Profession­ista e docente

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