IIA, tavolo a marzo I sindacati: è tardi e ora ci coinvolgano
È tutto apparentemente fermo su Industria Italiana Autobus. Prima della metà di marzo il ministero delle Imprese e del made in Italy non convocherà nessun tavolo. Lo ha chiarito la funzionaria del dicastero Chiara Cherubini ad una delegazione di sindacalisti e lavoratori ricevuta ieri mattina a Roma, mentre sotto le finestre del palazzo era in corso una manifestazione degli addetti di Bologna e Flumeri, circa 200, che hanno usato la giornata di sciopero per manifestare la loro preoccupazione. Uno sciopero a cui hanno aderito il 100% dei 530 occupati nei due stabilimenti.
Dall’incontro è emerso che gli azionisti della società non hanno ancora preso decisioni sulla cessione delle proprie quote. Restano, quindi, in corso le interlocuzioni con Seri Industrial della famiglia Civitillo (che, secondo i sindacati, sarebbe vicina a un’intesa con Leonardo) e con la cordata formata dall’imprenditore bolognese Valerio Gruppioni, dai vicepresidenti di Confindustria Maurizio
Stirpe e Maurizio Marchesini e dall’imprenditore lucano Nicola Benedetto. «L’azienda deve esse rilanciata e non può galleggiare, serve un rilancio che garantisca la prosecuzione in entrambi i siti e lo Stato deve restare dentro l’assetto societario», sottolinea Samuele Lodi, ex segretario generale della Fiom Emilia-Romagna e oggi responsabile automotive e mobilità all’interno della segreteria nazionale del sindacato delle tute blu della Cgil.
«Vedersi a marzo è troppo tardi — ribadisce —. Il governo, che deve condizionare i percorso perché l’azienda è a partecipazione pubblica, non può convocarci a giochi fatti». Per questo, lo stato di agitazione rimane permanente in entrambe le fabbriche. «Nel corso del breve incontro svoltosi in ministero — aggiungono i rappresentanti di Fim, Fiom, Uilm, Fismic, UglM in una nota —abbiamo ribadito
i punti salienti della nostra rivendicazione: la conferma di Invitalia e Leonardo anche nella compagine societaria futura e la selezione di un imprenditore privato affidabile. In ogni caso, chiediamo di essere consultati prima che sia assunta ogni determinazione, per poter conoscere i piani industriali e poter esprimere il punto di vista dei lavoratori». I soggetti interessati ad entrare nella società dovranno, in
somma, confrontarsi in sede ministeriale con le organizzazioni sindacali, che concludono: «Sono questi i requisiti necessari per aprire un confronto vero che porti ad un accordo condiviso. Consideriamo altre strade che non prevedano una prospettiva certa e solida per la produzione e per gli oltre 530 lavoratori non percorribili».