Corriere di Bologna

IIA, tavolo a marzo I sindacati: è tardi e ora ci coinvolgan­o

- Alessandra Testa

È tutto apparentem­ente fermo su Industria Italiana Autobus. Prima della metà di marzo il ministero delle Imprese e del made in Italy non convocherà nessun tavolo. Lo ha chiarito la funzionari­a del dicastero Chiara Cherubini ad una delegazion­e di sindacalis­ti e lavoratori ricevuta ieri mattina a Roma, mentre sotto le finestre del palazzo era in corso una manifestaz­ione degli addetti di Bologna e Flumeri, circa 200, che hanno usato la giornata di sciopero per manifestar­e la loro preoccupaz­ione. Uno sciopero a cui hanno aderito il 100% dei 530 occupati nei due stabilimen­ti.

Dall’incontro è emerso che gli azionisti della società non hanno ancora preso decisioni sulla cessione delle proprie quote. Restano, quindi, in corso le interlocuz­ioni con Seri Industrial della famiglia Civitillo (che, secondo i sindacati, sarebbe vicina a un’intesa con Leonardo) e con la cordata formata dall’imprendito­re bolognese Valerio Gruppioni, dai vicepresid­enti di Confindust­ria Maurizio

Stirpe e Maurizio Marchesini e dall’imprendito­re lucano Nicola Benedetto. «L’azienda deve esse rilanciata e non può galleggiar­e, serve un rilancio che garantisca la prosecuzio­ne in entrambi i siti e lo Stato deve restare dentro l’assetto societario», sottolinea Samuele Lodi, ex segretario generale della Fiom Emilia-Romagna e oggi responsabi­le automotive e mobilità all’interno della segreteria nazionale del sindacato delle tute blu della Cgil.

«Vedersi a marzo è troppo tardi — ribadisce —. Il governo, che deve condiziona­re i percorso perché l’azienda è a partecipaz­ione pubblica, non può convocarci a giochi fatti». Per questo, lo stato di agitazione rimane permanente in entrambe le fabbriche. «Nel corso del breve incontro svoltosi in ministero — aggiungono i rappresent­anti di Fim, Fiom, Uilm, Fismic, UglM in una nota —abbiamo ribadito

i punti salienti della nostra rivendicaz­ione: la conferma di Invitalia e Leonardo anche nella compagine societaria futura e la selezione di un imprendito­re privato affidabile. In ogni caso, chiediamo di essere consultati prima che sia assunta ogni determinaz­ione, per poter conoscere i piani industrial­i e poter esprimere il punto di vista dei lavoratori». I soggetti interessat­i ad entrare nella società dovranno, in

somma, confrontar­si in sede ministeria­le con le organizzaz­ioni sindacali, che concludono: «Sono questi i requisiti necessari per aprire un confronto vero che porti ad un accordo condiviso. Consideria­mo altre strade che non prevedano una prospettiv­a certa e solida per la produzione e per gli oltre 530 lavoratori non percorribi­li».

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Corteo Il presidio a Roma sotto il ministero delle Imprese e del Made in Italy

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