«Squali e abissi» La storia del mare ha 450 milioni di anni
Palazzo Pallavicini si propone sempre più come contenitore non solo di mostre d’arte in senso stretto. In attesa la prossima settimana del percorso dedicato alle streghe, con una collezione di trattati di magia occulta, feticci e strumenti rituali e una sezione speciale su Gentile Budrioli, la «strega enormissima» di Bologna, da oggi nell’altra ala del palazzo di via San Felice 24 protagonisti saranno gli squali.
I pesci viventi più antichi, comparsi sulla Terra 450 milioni di anni fa, ben prima dei vertebrati, e rimasti praticamente immutati da 250 milioni di anni. Dotati di sistemi, come le ampolle di Lorenzini, situate nella parte anteriore della testa, scoperte e descritte da Stefano Lorenzini nel 1678, che consentono loro di individuare i campi elettromagnetici prodotti dalle prede e di percepire il campo magnetico terrestre per orientarsi. Le peculiarità degli squali non sono ascrivibili a super poteri, quanto il risultato dell’adattamento e di processi evolutivi lunghi milioni di anni.
La mostra «Squali e Abissi, predatori perfetti in una terra aliena», aperta dal giovedì alla domenica dalle 10 alle 20 fino al 30 giugno, ingresso a 14,50 euro e 16,50 nel weekend, condurrà in un viaggio sottomarino dove scoprire una trentina di esemplari. Dal grande squalo bianco lungo 6 metri allo squalo tigre, al martello, al volpe, al leucas, fino al più piccolo esistente, lo squalo pigmeo. In mostra anche le incredibili forme di vita che si trovano negli abissi più profondi, plasmate dal buio assoluto e dal gelo delle acque più basse.
Per il curatore Gianluca Salvadori, cofondatore dell’azienda Naturaliter, «gli abissi sono meno conosciuti di Marte e sono abitati da esemplari che, come fantasmi, appaiono e scompaiono attraverso i piccoli fari luminosi dei sommergibili che ogni tanto squarciano il buio abissale».
All’interno delle sale affrescate di Palazzo Pallavicini ovviamente non ci sono veri squali ma ricostruzioni a grandezza naturale delle tipologie più spettacolari di mari e oceani di tutto il mondo. Con possibilità di scopri- re la loro anatomia interna grazie a modelli, video e pannelli descrittivi, insieme a sculture in bassorilievo tattili. La mostra presenta inoltre una sezione dedicata alla salvaguardia delle specie perché, sottolinea il biologo Marcello Itri, «sebbene gli squali siano animali molto antichi, sono in realtà animali poco resilienti a causa della loro biologia. Questo li rende vulnerabili e fragili di fronte agli effetti che i cambiamenti climatici hanno anche sui mari e sugli oceani, come aumento della temperatura, ipossigenazione e acidificazione delle acque».
Durante il percorso sono presenti materiali educativi e documentari sul legame tra gli squali e la cultura, come quella Maori, di molti popoli che vivono sul mare e hanno divinizzato gli squali, considerati un’offerta in onore degli dei del mare. Tanto da ricoprire i propri corpi con amuleti e tatuaggi, che li rappresentano come simbolo di potenza assoluta e di forza.