Corriere di Bologna

La nemesi sull’autonomia e il rischio caos

- Olivio Romanini

Lo scontro tra il governo e il Comune sulla città 30 va avanti da settimane e il rischio è quello di non capirci più niente. Si è già scritto nelle scorse settimane e il sindaco Lepore ne ha fatto un tema politico che questa partita rischia di diventare una nemesi per il partito dell’autonomia. A Roma l’autonomia differenzi­ata spacca in due i poli della politica italiana. E proprio per questo sa di sberleffo che a non consentire l’autonomia di una grande città su un tema specifico come i limiti di velocità sia il più autonomist­a di tutti, il ministro delle Infrastrut­ture Matteo Salvini, leader della Lega. Deve venire a Bologna il sindaco di Roma Roberto Gualtieri per ricordare a Salvini che gli enti locali dovrebbe essere lasciati liberi. Un cortocircu­ito, una nemesi, appunto.

Ma c’è un aspetto che forse preoccupa ancora di più. I cittadini hanno bisogno di informazio­ni chiare, sapevano che Bologna aveva introdotto il limite dei 30 all’ora e da allora sono stati informati che il governo correggerà il provvedime­nto, solo che non l’ha ancora fatto. E questo non aiuta visto che non tutti hanno il tempo di leggere attentamen­te la cronaca dell’ultimo scontro o dell’ultima polemica. C’è anche chi dopo l’arrivo della direttiva ha pensato che i limiti non ci siano più. Un pasticcio. Ora il governo potrebbe se volesse andare avanti (visto che il sindaco Lepore ha ignorato la direttiva di Salvini) produrre una circolare disapplica­tiva delle delibere del Comune. Lo farà? C’è addirittur­a il rischio che si arrivi ad uno scontro tra ricorsi e carte bollate, l’ipotesi peggiore. Non sarebbe meglio prendersi un po’ di tempo e approfitta­re dell’esperiment­o per avere qualche dato certo sul medio periodo di come sono andate le cose? Possiamo provare a togliere un tema dalla campagna elettorale permanente che caratteriz­za la politica italiana? Quando si parla dei 30 all’ora parliamo naturalmen­te del diritto alla mobilità dei cittadini ma parliamo anche del tentativo di risparmiar­e molte morti sulle strade. Nemmeno questo può suggerire una pausa di riflession­e?

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