La nemesi sull’autonomia e il rischio caos
Lo scontro tra il governo e il Comune sulla città 30 va avanti da settimane e il rischio è quello di non capirci più niente. Si è già scritto nelle scorse settimane e il sindaco Lepore ne ha fatto un tema politico che questa partita rischia di diventare una nemesi per il partito dell’autonomia. A Roma l’autonomia differenziata spacca in due i poli della politica italiana. E proprio per questo sa di sberleffo che a non consentire l’autonomia di una grande città su un tema specifico come i limiti di velocità sia il più autonomista di tutti, il ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini, leader della Lega. Deve venire a Bologna il sindaco di Roma Roberto Gualtieri per ricordare a Salvini che gli enti locali dovrebbe essere lasciati liberi. Un cortocircuito, una nemesi, appunto.
Ma c’è un aspetto che forse preoccupa ancora di più. I cittadini hanno bisogno di informazioni chiare, sapevano che Bologna aveva introdotto il limite dei 30 all’ora e da allora sono stati informati che il governo correggerà il provvedimento, solo che non l’ha ancora fatto. E questo non aiuta visto che non tutti hanno il tempo di leggere attentamente la cronaca dell’ultimo scontro o dell’ultima polemica. C’è anche chi dopo l’arrivo della direttiva ha pensato che i limiti non ci siano più. Un pasticcio. Ora il governo potrebbe se volesse andare avanti (visto che il sindaco Lepore ha ignorato la direttiva di Salvini) produrre una circolare disapplicativa delle delibere del Comune. Lo farà? C’è addirittura il rischio che si arrivi ad uno scontro tra ricorsi e carte bollate, l’ipotesi peggiore. Non sarebbe meglio prendersi un po’ di tempo e approfittare dell’esperimento per avere qualche dato certo sul medio periodo di come sono andate le cose? Possiamo provare a togliere un tema dalla campagna elettorale permanente che caratterizza la politica italiana? Quando si parla dei 30 all’ora parliamo naturalmente del diritto alla mobilità dei cittadini ma parliamo anche del tentativo di risparmiare molte morti sulle strade. Nemmeno questo può suggerire una pausa di riflessione?