«Motta deve restare»
Bergomi: «Gli farà bene testarsi in Europa con la sua creatura Non credevo a un Bologna in Champions, ma ora è candidato Pericoloso per l’Inter staccare la spina, sabato avrà pressione»
Bergomi, questa volta al Dall’Ara l’Inter non rischia niente?
«Lo dice chi non è tifoso dell’Inter. La vittoria col Genoa è stata fondamentale per fare qualche rotazione in più al Dall’Ara in funzione della Champions. Ma un rischio c’è sempre: staccare la spina può essere pericoloso».
Due motivi per vedere assolutamente Bologna-Inter?
«Fanno entrambe un calcio molto bello, io lo chiamo “di connessione e relazione” fra i giocatori: Calafiori in mezzo, gli esterni nerazzurri più alti degli attaccanti, l’intensità, i colpi di Lutaro e Zirkzee e così via. Dietro ci sono idee e lavoro».
Allenatori sugli scudi: il più vincente contro il più emergente?
«Simone ci ha messo un po’ di tempo per prendere questo status, poi un anno fa ha svoltato coinvolgendo tutti i giocatori. Thiago si sta imponendo per le proprie idee e il modo di giocare. Entrambi con grande personalità».
Nelle due sfide stagionali il Bologna ha tenuto testa all’Inter.
«Il Bologna magari sbaglia i primi tempi, ma poi ha intensità e profondità di rosa e chi entra non abbassa ma alza il livello, così sfrutta tutti i 90’».
Il punto debole delle due squadre?
«Inter attenta a non perdere palla in certe zone del campo, deve sempre avere coperture preventive. Il Bologna l’approccio nei primi 45’».
Tatticamente che partita si aspetta?
«Difficile dire. Sarà decisivo lo studio iniziale: per l’Inter come coprire Calafiori o altri che Motta schiererà chissà come e dove; per il Bologna come andare a prendere gli esterni, se hai coraggio di prenderli alti poi devi fare l’uno contro uno con le due punte».
La forza di Lautaro è sotto gli occhi di tutti, ci dica invece cosa è per lei Zirkzee?
«Lo adoro, mi piacciono questi giocatori, ti fa giocare bene, vede cose noi umani non vediamo: gestione palla, anticipi, tecnica, visione. Destinato fra i grandi».
Qual è l’aspetto del Bologna
l’ha colpita di più?
«È stata costruita bene in tutti i reparti, la valorizzazione dei giocatori merito di Motta».
Come ripartire quindi i meriti?
«Percentuali difficili. Quando lavori in empatia i ri
sultati arrivano, ma mi piace sottolineare le scelte fatte dalla società, da Sartori a Motta».
Troverà un posto in Europa il Bologna?
«Sicuramente e ora è candidato seriamente a un posto Champions. Fino a ieri pensavo più all’Atalanta, oggi al Bologna
e alla Roma, poi è ancora lunga eh».
L’obiettivo è fare il percorso atalantino.
«Il sogno di tante, ma ora il Bologna c’è. Si cresce solo entrando nel giro europeo. Il difficile è rimanerci, ma facendo le scelte giuste si può».
I cicli si portano avanti senza cambiare troppo, ma ora il Bologna coi suoi pezzi pregiati, tecnico e giocatori, pare destinato allo smembramento.
«Devi essere pronto a questo come lo è stata l’Atalanta».
Che però ha sempre Gasperini in panchina: un marchio di fabbrica unico come Motta per il Bologna.
«Non so cosa farà Motta. Il mio consiglio? Restare, magari per un altro anno o due, e testarsi in Europa con la sua squadra/creatura. In ogni caso, partenze o meno, al centro di tutto c’è sempre la società con le sue scelte: l’Atalanta è cambiata molto, ma è sempre lì».
Col punto fermo Gasperini però.
«A Bergamo la storia è quella, vediamo quale sarà quella del Bologna, che per rimanere lì ha tutto: storia, cultura, passione, pubblico e una società solida che fin qui ha lavorato molto bene».