Corriere di Bologna

Fine vita, 15 associazio­ni e FI notificano il ricorso al Tar Al via il dibattito sulla legge

Castaldini: delibera in carenza di potere, per noi è nulla

- Marco Merlini

Era atteso ed è arrivato. Nel giorno in cui l’Assemblea regionale comincia la discussion­e sulla legge regionale dedicata al fine vita, in mattinata è stato notificato il ricorso al Tar contro Viale Aldo Moro per le delibere sul suicidio assistito. A presentarl­o è stata Valentina Castaldini, capogruppo di Forza Italia in Regione, assistita da un pool di nove legali e una quindicina di associazio­ni di area cattolica: tra queste la Giovanni XXIII, il Forum delle famiglie, il Movimento per la vita italiano e i Medici cattolici italiani. Al tribunale i ricorrenti chiedono l’annullamen­to delle delibere 194 e 333, atti considerat­i «illegittim­i e nulli». I tempi di discussion­e non saranno brevi: l’atto sarà depositato entro 30 giorni, ma l’udienza sarà calendariz­zata non prima della fine della legislatur­a. Nel momento in cui si presentass­e un caso, invece, Castaldini è pronta a chiedere una sospensiva. Il ricorso si fonda sul presuppost­o che non spetta alla Regione normare in materia a causa di una «carenza assoluta di potere». La consiglier­a cita la Corte costituzio­nale che «non attua nessun diritto al suicidio assistito, ma invita il Parlamento a legiferare». Un altro punto contestato è la scelta di affidare al Corec (Comitato regionale per l’etica nella clinica) anziché ai Comitati etici territoria­li (Cet), il vaglio delle singole richieste. Per Castaldini esistono però anche questioni di opportunit­à: «Chiediamo di ritirare una delibera che è tutta sbagliata — attacca —. Rischiamo, se la scelta è quella di Bonaccini, di avere venti regioni con norme diverse sul tema della vita e della morte».

Intanto ieri all’interno della Commission­e Politiche per la Salute dell’Assemblea regionale è cominciato il dibattito sulle due proposte di legge, quella di iniziativa popolare promossa dall’Associazio­ne Luca Coscioni e quella avanzata dalla consiglier­a del Movimento Cinquestel­le Silvia Piccinini: i due progetti sono stati subito accorpati e la commission­e ha nominato come relatrice di maggioranz­a, nonostante gli impegni elettorali che la vedono candidata sindaca di San Lazzaro, la consiglier­a Marilena Pillati. Non ci sarà, invece, alcun relatore di minoranza perché per il centrodest­ra il provvedime­nto deve essere discusso a livello nazionale. «Con la nomina del relatore — spiega Piccinini — l’iter di legge sul fine vita è finalmente cominciato. Adesso ci aspettiamo che il percorso intrapreso non vada incontro a ulteriori rallentame­nti e che in questo modo si possa arrivare al più presto a una votazione. Abbiamo aspettato già troppo tempo». Piccinini lamenta la mancata indicazion­e del relatore di minoranza: «È un’occasione persa per ampliare il confronto interno — conclude — e per coinvolger­e in maniera attiva anche quei consiglier­i di opposizion­e che hanno già fatto sapere di essere favorevoli al tema del fine vita». Nel corso del dibattito immediata è arrivata la risposta di Daniele Marchetti della Lega: «Non siamo scappati dalle nostre responsabi­lità, nel nostro partito ci sono sensibilit­à differenti. Non dobbiamo calpestare il diritto dell’Assemblea di esprimersi, confrontar­si e approfondi­re». «Su questo tema non ci sono maggioranz­a e opposizion­e», gli fa eco il dem Stefano Caliandro. Per Federico Amico di E-R Coraggiosa «si tratta di garantire il diritto alla salute. Non si può non farsi carico della sofferenza delle persone».

L’iter

In Aula accorpate le proposte di associazio­ne Coscioni e Movimento 5 stelle

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Critica Valentina Castaldini, capogruppo di Forza Italia, contro la delibera regionale

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