Fine vita, 15 associazioni e FI notificano il ricorso al Tar Al via il dibattito sulla legge
Castaldini: delibera in carenza di potere, per noi è nulla
Era atteso ed è arrivato. Nel giorno in cui l’Assemblea regionale comincia la discussione sulla legge regionale dedicata al fine vita, in mattinata è stato notificato il ricorso al Tar contro Viale Aldo Moro per le delibere sul suicidio assistito. A presentarlo è stata Valentina Castaldini, capogruppo di Forza Italia in Regione, assistita da un pool di nove legali e una quindicina di associazioni di area cattolica: tra queste la Giovanni XXIII, il Forum delle famiglie, il Movimento per la vita italiano e i Medici cattolici italiani. Al tribunale i ricorrenti chiedono l’annullamento delle delibere 194 e 333, atti considerati «illegittimi e nulli». I tempi di discussione non saranno brevi: l’atto sarà depositato entro 30 giorni, ma l’udienza sarà calendarizzata non prima della fine della legislatura. Nel momento in cui si presentasse un caso, invece, Castaldini è pronta a chiedere una sospensiva. Il ricorso si fonda sul presupposto che non spetta alla Regione normare in materia a causa di una «carenza assoluta di potere». La consigliera cita la Corte costituzionale che «non attua nessun diritto al suicidio assistito, ma invita il Parlamento a legiferare». Un altro punto contestato è la scelta di affidare al Corec (Comitato regionale per l’etica nella clinica) anziché ai Comitati etici territoriali (Cet), il vaglio delle singole richieste. Per Castaldini esistono però anche questioni di opportunità: «Chiediamo di ritirare una delibera che è tutta sbagliata — attacca —. Rischiamo, se la scelta è quella di Bonaccini, di avere venti regioni con norme diverse sul tema della vita e della morte».
Intanto ieri all’interno della Commissione Politiche per la Salute dell’Assemblea regionale è cominciato il dibattito sulle due proposte di legge, quella di iniziativa popolare promossa dall’Associazione Luca Coscioni e quella avanzata dalla consigliera del Movimento Cinquestelle Silvia Piccinini: i due progetti sono stati subito accorpati e la commissione ha nominato come relatrice di maggioranza, nonostante gli impegni elettorali che la vedono candidata sindaca di San Lazzaro, la consigliera Marilena Pillati. Non ci sarà, invece, alcun relatore di minoranza perché per il centrodestra il provvedimento deve essere discusso a livello nazionale. «Con la nomina del relatore — spiega Piccinini — l’iter di legge sul fine vita è finalmente cominciato. Adesso ci aspettiamo che il percorso intrapreso non vada incontro a ulteriori rallentamenti e che in questo modo si possa arrivare al più presto a una votazione. Abbiamo aspettato già troppo tempo». Piccinini lamenta la mancata indicazione del relatore di minoranza: «È un’occasione persa per ampliare il confronto interno — conclude — e per coinvolgere in maniera attiva anche quei consiglieri di opposizione che hanno già fatto sapere di essere favorevoli al tema del fine vita». Nel corso del dibattito immediata è arrivata la risposta di Daniele Marchetti della Lega: «Non siamo scappati dalle nostre responsabilità, nel nostro partito ci sono sensibilità differenti. Non dobbiamo calpestare il diritto dell’Assemblea di esprimersi, confrontarsi e approfondire». «Su questo tema non ci sono maggioranza e opposizione», gli fa eco il dem Stefano Caliandro. Per Federico Amico di E-R Coraggiosa «si tratta di garantire il diritto alla salute. Non si può non farsi carico della sofferenza delle persone».
L’iter
In Aula accorpate le proposte di associazione Coscioni e Movimento 5 stelle