Corriere di Bologna

Il padre assente e i guai con la legge Medy: «La musica mi ha salvato»

Il trapper bolognese si è raccontato a Fedez nel podcast Muschio Selvaggio

- Andreina Baccaro

Medy Cartier, il trapper bolognese saltato agli onori della cronaca negli ultimi tempi per i suoi guai con la giustizia, si racconta a Fedez. Nella puntata di Muschio Selvaggio diffusa ieri, il podcast del rapper milanese al centro di una battaglia legale con l’altro artista bolognese Luis Sal, il cantante 23enne ha raccontato del suo rapporto conflittua­le con la famiglia di origine, della difficile adolescenz­a vissuta a Bologna e dei periodi passati in carcere minorile.

La puntata è stata tra l’altro una delle ultime, come annunciato da Fedez e dalla sua spalla Mr Marra, visto che dopo la decisione del Tribunale di Milano di nominare un custode giudiziale per le quote della società in mano al cantante, su ricorso di Luis Sal, la situazione sarebbe in stallo visto che nessuno dei due ex soci è disposto a cedere le proprie quote all’altro.

Intanto Medy, che nei mesi scorsi ha colleziona­to una denuncia per il concerto non autorizzat­o allo shopville Gran Reno, poi un divieto di avviciname­nto con braccialet­to elettronic­o alla sua ex, è in attesa della decisione del Tribunale per i minorenni di Bologna al quale la Procura ha chiesto la revoca dell’affidament­o in prova, che comportere­bbe per El Mehdi El Marbouh, questo il suo nome vero, il rientro in carcere minorile per finire di scontare le condanne per furti avute prima dei 18 anni. Il cantante è difeso dall’avvocato Roberto D’Errico.

La puntata si è aperta con il racconto del rapporto «di odio e amore» con suo padre : «Quando lo racconto sdrammatiz­zo, a 12 anni mentre giocavo a pallone sono finito sotto una macchina e mio padre è arrivato in moto sul luogo dell’incidente, non è che è venuto da me che ero tutto scassato, è andato dalla tipa che mi aveva investito a chiedere i soldi. Arrivato il bonifico, da quel giorno è sparito». Poi il giovane cantante, che nei mesi scorsi è stato protagonis­ta anche di un inseguimen­to con la polizia a Bologna dopo essere passato con il rosso, ha raccontato di essersi «ritrovato in carcere minorile a 15 anni. Sei mesi a Bologna, più di due anni in comunità, il trasferime­nto a Potenza, poi a Catanzaro».

Con un anno e 9 mesi totali trascorsi in cella, Medy racconta di aver «rubato per necessità…ero un bambino, non come adesso che la gente commette reati per vantarsi, per metterlo su Instagram». E ancora sul rapporto con il padre: «A volte si ubriacava, una sera siamo usciti e lui era ubriaco, si è addormenta­to in piazza Maggiore e io cercavo di svegliarlo. Poi è arrivata l’ambulanza».

In carcere minorile, però, Medy ha conosciuto la musica che gli ha cambiato la vita e in pochissimi anni l’ha portato a farsi strada nella scena rap italiana, ottenendo milioni di visualizza­zioni su Spotify e un contratto con Columbia Records. Ha ancora pendente il processo d’appello per una rapina commessa a Riccione, da neo maggiorenn­e. Sui suoi guai racconta al microfono di Fedez: «Ho ancora un po’ di processi in corso da affrontare però con l’aiuto della mamma e dell’avvocato…», involontar­iamente richiamand­o il tormentone che aveva reso virale proprio la litigata via social tra Fedez e Luis Sal per la paternità del podcast.

Il racconto

«Ho rubato per necessità, ero solo un bimbo. Ora fanno reati per andare sui social»

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Discusso Medy Cartier viene da San Donato, ha avuto dei guai con la legge

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