Corriere di Bologna

Allegrini al Manzoni: «Tra Abbado e i diritti umani»

Per Musica Insieme domani un trio d’eccezione con Rizzi e Lupo. Il virtuoso del corno: «Suoni che portano in un’altra dimensione. Li sognerò per mesi»

- Di Piero Di Domenico

Il nuovo concerto di «Musica Insieme» proporrà domani sera un trio di grandi solisti che si conoscono da anni, assemblati in una formazione che può contare su un repertorio scelto e mirato. All’Auditorium Manzoni di via de’ Monari alle 20,30 Alessio Allegrini (corno), Marco Rizzi (violino) e Benedetto Lupo (pianoforte) in un concerto incentrato su musiche di Brahms, Ligeti e Bartók. Un programma meditato, lo definisce Rizzi che suonerà il suo Guarneri del 1743, «sul quale abbiamo cominciato a lavorare già da alcuni mesi. Per questo organico, come sappiamo, la letteratur­a è molto limitata e quella rimasta in repertorio si riduce praticamen­te ai due Trii che suoneremo, ossia quelli di Brahms e Ligeti».

Ad aprire la serata i Quattro Pezzi op. 119 per pianoforte di Johannes Brahms, composti nel 1892, cinque anni prima della scomparsa. A seguire il Trio Hommage à Brahms di Ligeti, completato dal compositor­e ungherese nel 1982. Per Allegrini una sfida impegnativ­a: «Ligeti si riferisce a suoni naturali, ai suoni ancestrali della natura. Era convinto che il corno fosse lo strumento che poteva avvicinars­i alle scale dei suoni della natura. Noi siamo profession­isti, ma non posso nascondere che si tratta di una composizio­ne che colpisce emotivamen­te chi la esegue. So già che per qualche mese mi sveglierò con questi suoni che portano in un’altra dimensione».

Ad aprire la seconda parte la Ciaccona dalla Sonata Sz. 117 per violino solo di Béla Bartók. In conclusion­e il Trio in mi bemolle maggiore op. 40 di Brahms, scritto a poco più di trent’anni e poi rielaborat­o fino al 1891.

«Brahms l’ha scritto - continua Allegrini - per il corno che si suonava all’epoca, non per lo strumento che si usa dopo la Rivoluzion­e industrial­e. Anche se io suonerò un corno moderno, il sapore resta però quello. Perché lascia uno strascico di forte emozione, un grande vecchio che dedica una ninna nanna alla mamma che non c’è più. È un sentimento che rimane dentro». Allegrini, primo corno dell’Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia e dell’Orchestra Mozart (e per anni dell’Orchestra del Festival di Lucerna), suona il Dürk D10 «Allegrini experience» che lui stesso ha ideato. Scelto a 22 anni da Riccardo Muti come primo corno della Scala, nel 2009 ha creato il progetto Musicians for Human Rights e la Human Rights Orchestra, che lavora con rifugiati, detenuti, emarginati, centri di accoglienz­a: «Il 23 maggio terremo un concerto a Lucerna e sarà un modo per ricordare in modo fraterno Claudio Abbado. Faremo il Requiem di Verdi e raccoglier­emo fondi per l’Orchestra del Mare, i cui strumenti sono realizzati con legni delle barche dei migranti, e Medici senza Frontiere. Ci saranno musicisti delle orchestre più importanti del mondo, che si mettono a disposizio­ne, prima che come musicisti, per lo sviluppo di una società migliore che educhi al rispetto dei diritti umani. Non esteti della musica ma esseri umani, che partecipan­o al tentativo di lavorare per un mondo più giusto con ciò che sanno fare».

 ?? ?? Maestro Alessio Allegrini nel 2009 fu scelto da Riccardo Muti come primo corno della Scala
Maestro Alessio Allegrini nel 2009 fu scelto da Riccardo Muti come primo corno della Scala

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy