Corriere di Bologna

Alluvione, aperti 402 cantieri. Il nodo dei danni ai privati

Il bilancio dopo un anno: investiti 343 milioni. Bonaccini contro il governo su beni mobili, Pnrr e personale

- Marco Merlini

A un mese dal primo anniversar­io dell’alluvione che ha devastato Romagna e parte dell’Emilia, il presidente della Regione Stefano Bonaccini e la vice Irene Priolo fanno il punto sui lavori. E si tolgono qualche sassolino dalla scarpa nei confronti del governo. A seguito dei danni subiti sul territorio sono stati aperti 402 cantieri per un costo di 343 milioni di euro: di questi, 130 sono stati già portati a termine: si tratta di tutti quelli relativi alla somma urgenza e alcuni tra gli urgenti.

La provincia che ha ospitato i maggiori interventi è quella di Ravenna con 84 cantieri per un valore di 91 milioni, poi Bologna con 56 cantieri e una spesa di 96 milioni e Forlì-Cesena con 53 aree lavori per 66 milioni di investimen­ti. Ma gli operai si sono messi al lavoro da Reggio Emilia a Rimini. Il cuore degli interventi è stata la messa in sicurezza dei corsi d’acqua a cominciare dall’Idice che, spiega Priolo, «è stato l’unico uscito in maniera evidente dal suo storico corso»: 40 milioni per ripristina­re le condizioni di sicurezza. Il secondo corso d’acqua che ha richiesto più azioni è il Santerno: ai 29 milioni stanziati finora se ne aggiungera­nno altri 4,5.

La strategia adottata è quella di lavorare «anche in prospettiv­a, guardando al futuro» e alla sicurezza di luoghi e persone. «In questo senso – le fa eco Bonaccini – abbiamo stabilito norme che non consentira­nno più di costruire in zone a rischio alluvione». Sui fondi per gli interventi la Regione spiega che il governo ha mantenuto gli impegni, «anche se – sostiene Bonaccini – siamo in attesa del decreto che metta a disposizio­ne 1,2 miliardi di euro di fondi del Pnrr», annunciati congiuntam­ente dalla premier Giorgia Meloni e dalla presidente della Commission­e europea Ursula Von Der Leyen.

Ma è sul tema degli indennizzi a privati, famiglie e aziende, che il presidente della Regione tuona contro l’esecutivo: «Ne mancano ancora tanti, il settore che soffre di più è quello agricolo: una terra come la nostra ha sopportato anche il terremoto, ma se il sisma non ha fermato la produzione e i campi hanno continuato a lavorare, con l’alluvione il discorso è diverso. Ci sono persone che hanno perso tutto ed è necessario che gli indennizzi arrivino e che i problemi sul credito d’imposta vengano risolti». Non meno grave la situazione dei Comuni medi e piccoli, spesso a corto di personale per sbrigare la documentaz­ione necessaria: «Erano previste 216 unità – insiste Bonaccini – e già erano poche ma ne è arrivata solo una cinquantin­a. Servono nuove modalità di reclutamen­to o le comunità più piccole finiranno in ginocchio». Grida allo scandalo, Bonaccini, quando si parla di beni mobili non ancora indennizza­bili: «A parte auto e motorini, a cui abbiamo pensato noi, il governo ha escluso tutto il resto. La struttura commissari­ale, che ringraziam­o, non ha responsabi­lità ma si deve intervenir­e»

Abbiamo stabilito norme che non consentira­n no più di costruire in zone a rischio alluvione

Famiglie e imprese «C’è chi ha perso tutto, mancano ancora, tanti, troppi indennizzi»

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy