«I nostri primi 50 anni»
Da Altan e Piumini al Gruffalò Fatucci ha sempre guidato EL «Tanta passione e tanto mestiere»
Alla «Children’s Book Fair» di Bologna si festeggia il mezzo secolo di Edizioni EL (Editoriale Libraria), che nel 1991 aveva acquisito i due marchi «Einaudi Ragazzi» ed «Emme Edizioni», frutto della società con Einaudi. Cinquant’anni nel segno di Orietta Fatucci, mezza romana e mezza triestina, oggi affiancata dalla figlia Gaia Stock, festeggiati con la nomination nella cinquina per il premio come miglior casa editrice europea di libri per ragazzi, che verrà assegnato durante la «BCBF». A Bologna EL festeggerà anche i 25 anni dell’amatissimo Gruffalò con i due autori Julia Donaldson e Axel Scheffler.
Signora Fatucci, qual è il segreto della vostra avventura editoriale?
«Io sono arrivata nel 1976, due anni dopo la nascita di EL, e ho avuto il privilegio di poter sperimentare quello che si poteva e doveva fare.
Allora la letteratura per ragazzi in Italia doveva ancora nascere e noi abbiamo realizzato i primi grandi albi illustrati e la prima collana di tascabili per ragazzi».
E poi?
«Poi la collana “Le letture”, con autori come Piumini, Altan, Nanetti, Pitzorno. Un’operazione rivoluzionaria perché i libri non indicavano l’età dei bimbi ma avevano dei colori come riferimenti. Negli anni ’90 “Ex libris”, la prima collana di narrativa per adolescenti su cui Antonio Faeti aveva scritto un articolo commovente. Per la quale fummo accusati di pornografia, perché affrontava temi oggi trattati da tutti come sesso o violenza in famiglia. A volte si arriva troppo in anticipo, come la collana al femminile “Sirene”, arrivata vent’anni prima del successo delle “Bambine ribelli”».
Un’altra intuizione rivoluzionaria fu quella del librogame.
«A metà anni ’80, anche se non avevamo idea di come sarebbe andata. Letture di romanzi con percorsi spezzati, i ragazzi non si rendevano conto che stavano leggendo, in poco tempo la percentuale degli indici di lettura era aumentata di 10 punti».
Oggi com’è la situazione?
«Lo scenario ora si è capovolto, perché tutto sembra sia già stato fatto. Anche in Italia i ragazzi hanno a disposizione tutto. All’inizio c’era molta esterofilia perché i grandi illustratori non erano italiani. Oggi abbiamo Beatrice Alemagna che l’anno scorso ha vinto il premio come miglior illustratrice al mondo e con lei tanti altri talenti. C’è un’offerta amplissima, 5mila editori, anche se alcuni nascono e poi muoiono, ma abbiamo anche un pubblico assottigliato per il calo delle nascite».
L’ingrediente principale della vostra longevità?
«Tanta passione e tanto mestiere. Non abbiamo mai pubblicato una novità se non pensandola come un tassello di quel grande puzzle che è il nostro progetto editoriale. E siamo contenti di festeggiare a Bologna, perché è un’occasione in cui ci ritroviamo tutti, è un momento vitale».
In generale com’è lo stato della lettura nel nostro Paese?
«Ottima nella fascia 0-7 anni, trainante per il mercato, perché i genitori hanno una forte sensibilità nel capire il ruolo formativo della lettura di un libro. Dopo le cose cambiano, i genitori comprano meno libri e delegano la lettura alla scuola».