Nicholas è già a casa La lotta per la vita di Jonathan, Sandro, Leonardo e Stefano
Bernardini (Gaggio): «Non ho visto nulla, grato per l’aiuto di tutti»
Il tributo di vite umane ripropone ancora una volta la necessità di dare la massima priorità al tema della sicurezza nei luoghi di lavoro
Nicholas è già andato a casa e ha potuto abbracciare la famiglia. Per gli altri, invece, Stefano, Leonardo, Jonathan e Sandro, il percorso sarà ancora lungo, e per qualcuno non è detto che abbia il lieto fine. Sono i feriti dell’incendio alla turbina nella centrale idroelettrica di Bargi, sul lago di Suviana, nel comune di Camugnano. Da lì sono stati portati via quasi subito e diretti in diversi ospedali dell’Emilia-Romagna e della Toscana.
È in condizioni gravissime all’ospedale di Pisa Sandro Busetto, 59 anni, di Venezia, due figli grandi e una moglie, che lavora per Enel Green Power ed era impegnato nell’unità di collaudo. Ha ustioni gravi sul 40% del corpo: è in prognosi riservata. La moglie è accanto al marito, in ospedale. «Siamo in attesa di sapere come sta papà — spiega la figlia — io ero al lavoro quando è successo, hanno chiamato direttamente mia mamma. Papà fa questo lavoro da tempo, ma gira. Non ha una sede fissa. Cambia di volta in volta le centrali in cui opera. Sono ore di grande preoccupazione per noi, non possiamo nemmeno pensare a quello che è successo in quei momenti».
È in condizioni stabili, ma ancora in prognosi riservata, il 35enne Jonathan Andrisano di Porretta Terme, ricoverato al Sant’Orsola di Bologna da martedì pomeriggio. «È qui per un problema di inalazione di fumi — spiega Tommamantenendo so Tonetti, direttore della Terapia intensiva polivalente del policlinico —. È stato intubato sul posto, lo stiamo mantenendo intubato, è sedato e ventilato meccanicamente. Desta preoccupazione il quadro respiratorio». Al momento, però, è «in condizioni di stabilità clinica. Sta rispondendo alle terapie, e stiamo
una stabilità sia respiratoria sia dei parametri vitali». È comunque «ancora troppo presto», aggiunge Tonetti, per fare ulteriori previsioni. «Non siamo in grado di dire che sostanze abbia inalato — precisa — ci sono segni di inalazione di fumi, ma non possiamo dire in questa fase quali sostanze si tratta. Comunque
non ha riportato ustioni a livello cutaneo».
Ha invece ustioni sul 15% del corpo il 42enne Leonardo Raffreddato di Camugnano. «È sedato ed è in trattamento — spiega Marisa Bagnoli, direttrice facente funzione della direzione medica dell’ospedale Bufalini di Cesena —. È in terapia intensiva del Centro grandi ustionati e al momento non possiamo prevedere quali saranno gli sviluppi del decorso, sicuramente lungo». È in prognosi riservata anche un altro dei feriti più gravi della tragedia di Suviana, vale a dire Stefano Bellabona, 54 anni di Noventa Padovana, ingegnere della Impel System, specializzato nelle tecnologie elettroidrauliche: ha ustione di secondo e terzo grado su circa il 40% del corpo. «È stabile nella sua gravità, è ricoverato in terapia intensiva soprattutto per le gravi ustioni», spiegano dall’ospedale Maggiore di Parma.
È invece già rientrato a casa Nicholas Bernardini di Gaggio Montano. Martedì era sceso con le sue gambe dall’elisoccorso che lo ha portato al Bufalini di Cesena per ustioni alle mani. È rimasto ricoverato in Osservazione breve intensiva fino alla tarda mattinata di ieri quando è stato dimesso con una prognosi di 30 giorni. Con lui il padre Vittorino. «Non ho visto nulla, ho sentito solo un botto, sono contento perché tutti quelli del posto ci hanno aiutato», ha raccontato al papà.