Corriere di Bologna

Nel bar dei tecnici sopravviss­uti «Non se ne fanno una ragione»

Castiglion­e dei Pepoli, il sindaco Fabbri: «Continuano a tornare lì per dare una mano»

- di Marco Merlini

L’atmosfera a Castiglion­e dei Pepoli è rarefatta. Sono solo 18 chilometri dalla centrale idroelettr­ica di Bargi ma sembrano 180. È lontano il clamore dei media, l’andirivien­i di vigili del fuoco, Protezione civile e forze dell’ordine. Non c’è l’attesa spasmodica per la notizia che potrebbe illuminare i contorni di una vicenda difficile da mettere a fuoco. Verso l’ora di pranzo sono poche le persone che passeggian­o per il centro del paese, le uniche attività aperte sono bar e osterie che si affacciano sulla piazza principale. Molti di coloro che lavorano alla centrale di Bargi provengono da queste case, da queste piccole strade che si arrotolano su sé stesse e ti riportano nello stesso punto da cui sei partito.

Qui tutti si conoscono e dopo quello che è accaduto la voglia di parlare sta a zero. «Sono tutti sotto choc — racconta un’esercente che preferisce non comparire con nome e cognome — ne conosco diversi che vivono qui e vanno a lavorare alla centrale, sono giovani e meno giovani, ma tutti tranquilli, persone normalissi­me che hanno vissuto un dramma enorme». La tranquilli­tà che si respirava fino a martedì pomeriggio è una costante riportata da chi racconta come si trovassero coloro che avevano nella centrale un luogo di lavoro. Nemmeno l’ombra di un rischio o del pericolo che potesse succedere qualcosa in un impianto che non aveva mai conosciuto incidenti, come aveva confermato nel concitato pomeriggio di martedì il sindaco di Camugnano, Marco Masinara. E allora nelle facce delle persone con cui si parla la domanda che si dipinge è sempre la stessa: ma come è potuto accadere?

La richiesta più intima, invece, è quella del rispetto per un dolore che non si misura, il dolore di chi in un attimo ha visto sparire compagni di avventura, magari conosciuti da pochi mesi, ma pur sempre compagni. «C’è chi non ha dormito questa notte — prosegue nel racconto — e non parlo solo di chi lavora lì, ma anche delle loro mogli. Questa tragedia ha stravolto le vite di tutti». Anche nella giornata di ieri, chi si è salvato, gli illesi, o chi se l’è cavata con un’intossicaz­ione ha deciso di tornare alla centrale. «Per dare una mano, un consiglio», insiste la donna, o forse per non lasciare soli quei compagni che ancora i soccorrito­ri stanno cercando. È come se la vita, comunque riconquist­ata, per fortuna o perché si è avuta la prontezza di reagire nel modo giusto, si fosse interrotta, come se rimanesse sospesa sul vuoto. Uno di loro risponde dall’interno della centrale, ma chiude tutto subito: «Ora no».

La quotidiani­tà dei ritrovi al bar, degli spritz serali, delle chiacchier­e in piazza è stata messa da parte. «È un dolore immenso e dispiace ci sia chi specula inventando cose che non sono vere», non si dà pace ammettendo che non tutte le ricostruzi­oni dei media siano lo specchio della realtà.

Il sindaco Maurizio Fabbri, dopo la mattinata passata in Comune, nel pomeriggio si è recato alla centrale di Bargi per stare al fianco dei suoi concittadi­ni: «Sono stato lì con loro — racconta — non se ne fanno una ragione. Se continuano a tornare lì per dare una mano è la dimostrazi­one di quanto ci tengano. Sinceramen­te però non so come faranno a tornare al lavoro dopo una tragedia di queste proporzion­i». Per Fabbri «dovrà passare un po’ di tempo anche se comunque ognuno reagirà in maniera diversa». Ora l’attenzione è tutta tesa alle ricerche dei dispersi, ma il sindaco non dimentica chi è rimasto ferito e ora si trova in ospedale: «Il pensiero va ai due nostri concittadi­ni che sono in ospedale — afferma — dico due anche se uno risiede a Camugnano ma è cresciuto nel nostro comune. Speriamo tutti che possano ritornare alla loro vita nel pieno delle loro forze».

Abbiamo proclamato il lutto cittadino, questa è una tragedia inaspettat­a e purtroppo che avviene nel mondo del lavoro, per me inspiegabi­le

Marco Masinara (Sindaco di Camugnano)

La barista

Sono tutti sotto choc: persone normalissi­me che hanno vissuto un dramma enorme

È l’incidente più grave avvenuto sulla montagna bolognese in cui sono stati coinvolti aziende e lavoratori, auspichiam­o che sia fatta piena luce Antonio Gramuglia (Presidente di Cna Bologna)

Il sindaco

Non so come faranno a tornare al lavoro dopo una tragedia di queste proporzion­i

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Nel paese dei lavoratori Il centro di Castiglion­e dei Pepoli (foto ExtraBo)
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Sul lago La centrale idrica di Bargi sul Lago di Suviana, nell’Apennino tosco-emiliano (foto Michele Nucci/LaPresse)

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