Processo Bellini, Requisitoria al via l’8 maggio, in aula sfida tra periti
La Corte ha respinto le istanze dalla difesa
Sta per concludersi il processo d’appello sulla strage del 2 agosto 1980 a carico di Paolo Bellini, Piergiorgio Segatel e Domenico Catracchia, accusati rispettivamente di concorso nell’attentato alla stazione di Bologna, depistaggio e false informazioni al pubblico ministero.
La Corte d’Assise d’appello di Bologna , presieduta dal giudice Alberto Pederiali, ha respinto le istanze delle difese di Bellini e di Segatel su cui ancora non si era pronunciata e ha fissato le date per la discussione, che inizierà l’8 maggio alle 10 con la requisitoria del sostituto pg Nicola Proto.
Periti e consulenti che hanno analizzato il video girato il 2 agosto 1980 in stazione a Bologna dal turista Harald Polzer, si sono confrontati durante questa sesta udienza del processo davanti alla Corte d’assise d’appello che vede appunto come principale imputato l’ex di Avanguardia nazionale Paolo Bellini, condannato in primo grado all’ergastolo come esecutore materiale dell’attentato.
A processo anche Piergiorgio Segatel e Domenico Catracchia, accusati rispettivamente di depistaggio e false informazioni al pm.
A proposito del video, i giudici avevano chiesto ai periti Eugenio Premuda e Giacomo Manghi di stabilire da quale posizione siano state fatte le riprese in stazione la mattina della strage, per capire soprattutto se le immagini in cui appare l’anonimo identificato come Bellini siano state riprese dal treno, come sostengono Procura generale e parti civili, oppure se siano state fatte da terra, come dice la difesa dell’imputato. Secondo i due esperti le riprese sono state effettuate dal treno, considerando che «la posizione esterna sopraelevata rispetto al binario, da un’altezza di circa due metri e mezzo, è compatibile con quella da cui è stata fatta la ripresa dell’arrivo del treno in stazione», immagine che quindi poteva essere stata girata solo a bordo del treno.
Con questa analisi concordano i consulenti nominati dalla
Procura generale e dalle parti civili, tra cui Gianluca Farinelli, direttore della Cineteca di Bologna. Diametralmente opposta era invece la visione del consulente Antonio Ricossa, nominato dagli avvocati di Paolo Bellini: secondo l’esperto, infatti, Polzer non avrebbe potuto fare le riprese da bordo treno.
Nel corso dell’udienza la Corte ha poi respinto tutte le richieste di rinnovazione istruttoria avanzate nelle scorse udienze dai legali degli imputati: tra queste il confronto tra Bellini e l’ex moglie Maurizia Bonini.
Bocciata anche la richiesta di svolgere una perizia fonica sull’intercettazione ambientale del leader veneto di Ordine nuovo Carlo Maria Maggi, per capire se in quell’intercettazione Maggi parli di un «aviere» coinvolto nella strage o di un «corriere»: per la Corte, infatti, «è evidente che Maggi dice “aviere”».
Ma la richiesta rigettata con maggiore veemenza dai giudici è quella di «riconvocare Maurizia, Marina e Michele Bonini», che i difensori di Bellini avevano avanzato sostenendo di non aver potuto fare ai tre tutte le domande che avrebbero voluto nel processo di primo grado a causa di una sorta di ostruzionismo della Procura generale e della Corte d’Assise. Questa istanza è stata giudicata «inammissibile» No anche alla richiesta di chiamare a deporre Marco Ceruti, prestanome e cassiere del capo della P2 Licio Gelli.
I giudici hanno quindi dichiarato chiusa l’istruttoria e stilato un calendario per la discussione, che comincerà appunto l’8 maggio.