Da Abdullah Ibrahim al talento di Maza Suona Ravenna jazz
Èun simbolo della musica sudafricana e della lotta contro l’apartheid il fiore all’occhiello della prossima edizione di «Ravenna Jazz», alla sua edizione numero 51 dal 3 al 13 maggio. Il pianista Abdullah Ibrahim, nato come Dollar Brand prima della conversione, a ottobre festeggerà 90 anni. Emerso alla fine degli anni ‘50 prima con un proprio trio e poi con i Jazz Epistles, formazione seminale del jazz sudafricano di cui faceva parte tra gli altri anche il trombettista Hugh Masekela, nel 1960 suo è il primo album di jazz realizzato da artisti di colore in Sudafrica. Poi l’esilio prima in Europa e poi negli Stati Uniti per sfuggire alla discriminazione razziale, dove tra i primi ad accorgersi del suo talento fu Duke Ellington. La consacrazione avviene con dischi come Ancient Africa e African Piano e la guida di gruppi come gli Ekaya. Rientrato in Sudafrica nel 1990, su invito di Nelson Mandela dopo la sua scarcerazione, a Ravenna arriverà per un concerto in solo il 9 maggio al Teatro Alighieri.
Prima, l’inaugurazione il 3 maggio, l’Italian Jazz Orchestra diretta da Fabio Petretti accoglierà il cantante John De Leo e la pianista Rita Marcotulli per un omaggio a Elvis Presley. Ai grandi live ospitati all’Alighieri si affiancano i concerti di «Ravenna 51° Jazz
Club», programmazione inserita nella cornice dei club e dei piccoli teatri di Ravenna e circondario. Il Teatro Sociale di Piangipane si conferma come palcoscenico riservato alle voci con 3 gruppi guidati da musiciste, tutte cantanti. Il 5 maggio la violoncellista e cantante cubana Ana Carla Maza, accompagnata da Norman Peplow al pianoforte, il 7 maggio Musica Nuda, ovvero Petra Magoni (voce) e Ferruccio Spinetti (contrabbasso), che nel 2023 hanno festeggiato i 20 anni del loro duo, e il 12 maggio Jazzmeia Horn, giovane cantante di Dallas che nel 2015 ha vinto la «Thelonious Monk Institute International Jazz Competition». Quattro i concerti al Cisim di Lido Adriano. L’Anonima Armonisti (4 maggio) è un settetto vocale a cappella con l’inserimento in organico di Alien Dee. Il trio del chitarrista tedesco Joscho Stephan (6 maggio) omaggia il gipsy swing, il jazz gitano che furoreggiò negli anni Trenta. Il duo Opez affiancherà l’8 maggio il chitarrista Massi Amadori e il contrabbassista Francesco Giampaoli. Sam Paglia infine, uno dei nomi più rappresentativi del movimento lounge, il 10 maggio guiderà un quintetto che raccoglie ottimi solisti romagnoli. Al Mama’s Club l’11 maggio ci sarà il sassofonista ravennate Alessandro Scala con un quintetto di solisti del calibro di Mauro Ottolini (trombone) e Francesca Tandoi (pianoforte). «Ravenna Jazz» ospiterà anche il gran finale dell’iniziativa didattica «Pazzi di Jazz», la colossale produzione corale-orchestrale «Pazzi di Jazz» Young Project, con un organico di baby musicisti in compagnia di Mauro Ottolini, Mauro Negri, Alien Dee e Tommaso Vittorini. I workshop di «Mister Jazz» saranno infine tenuti da John De Leo (5 maggio) e Petra Magoni (l’8).