Corriere di Bologna

La prima luce di speranza Jonathan è fuori pericolo gravi gli altri ricoverati

Il 35enne di Castiglion­e dei Pepoli non è più intubato

- Di Federica Nannetti

Una piccola luce di speranza nel giorno del ritrovamen­to dell’ultimo disperso, un lumicino in fondo a un tunnel ancora molto lungo che si è acceso nelle stesse ore in cui il bilancio del disastro alla centrale idroelettr­ica Enel Green Power di Bargi si è aggravato a sette vittime. Jonathan Andrisano, il ragazzo di 35 anni di Castiglion­e dei Pepoli,

è fuori pericolo.

La notizia è arrivata proprio ieri di prima mattina dal Policlinic­o Sant’Orsola di Bologna, l’ospedale in cui è stato ricoverato subito dopo l’esplosione di martedì nelle profondità del lago di Suviana con un quadro respirator­io definito inizialmen­te preoccupan­te. Ora la sua vita non è più a rischio, è stato stubato (lo era fin da subito, intubato sul posto dell’incidente) ma è ancora in terapia intensiva polivalent­e, in attesa di essere trasferito da qui alle prossime ore. Difficile, anzi, impossibil­e fare previsioni sulle tempistich­e delle dimissioni.

Andrisano è arrivato al policlinic­o universita­rio «per un problema di inalazione di fumi», ha spiegato mercoledì il direttore della Terapia intensiva polivalent­e, Tommaso Tonetti, che ha anche aggiunto la buona risposta alle terapie e il mantenimen­to stabile dei parametri respirator­i e vitali. A differenza di molti altri dei feriti, però, Andrisano non ha riportato fortunatam­ente ustioni a livello cutaneo. Ora, dunque, un piccolo respiro di sollievo, per lui e per la sua famiglia, che in tutti questi giorni di ricovero non è mai mancata. E c’è un’intera comunità ad aspettarlo a casa, come è stato per il primo dimesso, l’altro giorno, Nicholas Bernardini, che ha potuto riabbracci­are i suoi cari nonostante le ustioni alle mani e con una prognosi di 30 giorni.

Sono invece ancora molto gravi le condizioni di un altro dei feriti, con ustioni gravissime in buona parte del corpo, circa il 40%: si tratta di Sandro Busetto, 59 anni di Venezia, che non si può ancora dichiarare fuori pericolo. È ricoverato al reparto grandi ustioni, in prognosi riservata, all’ospedale di Pisa.È ancora in prognosi riservata anche Stefano Bellabona, 54 anni di Noventa Padovana e ingegnere della Impel System: ricoverato all’ospedale Maggiore

di Parma, è in rianimazio­ne con ustioni di secondo e di terzo grado su quasi la metà del corpo e continua a essere sottoposto a terapie.Infine, Leonardo Raffreddat­o,

il 42enne di Camugnano, proprio il Comune in cui si trova la centrale, ricoverato all’ospedale Bufalini di Cesena: le sue condizioni sono stazionari­e ma anche nel suo caso la prognosi continua a essere riservata a causa delle ustioni riportate, definite gravi ed estese su almeno il 20% del corpo.

Negli ospedali

Sono ancora cinque i tecnici ricoverati dopo l’incidente: tutti in prognosi riservata

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