Corriere di Bologna

La Pfm canta De André «Ebbe grande coraggio a far musica con noi»

- Andrea Tinti

Domani al Teatro Storchi di Modena uno dei gruppi italiani più famoso al mondo sarà in concerto con «PFM canta De André anniversar­y» (ore 21, sold out), una tappa del tour che ricorda, a 45 anni di distanza, i concerti entrati nella leggenda dove si sposò il rock della PFM e la poesia del cantautore genovese.

«De André era una persona di grande rilievo — dice oggi Franz Di Cioccio —. Ha avuto il coraggio di mettersi con noi a fare musica. È indubbia la sua bravura nello scrivere, però, avere a disposizio­ne la PFM che aveva voglia di mettersi in gioco anche sul versante letterario è stato bellissimo per entrambi». Un incontro dove le due entità artistiche hanno tratto dei vantaggi. «La PFM ci ha guadagnato un rapporto con una persona geniale e a livello umano. Conoscere un essere come De André è una cosa che ti capita una volta nella vita — dice Patrick Djivas —. È molto raro avere a disposizio­ne un genio di quella portata, come amico e persona con cui lavori ogni giorno».

Concerti giunti in un preciso momento della carriera del cantautore: «De André aveva due eroi: Georges Brassens da una parte e Bob Dylan dall’altra, una figura che per lui è stata molto importante, perché Dylan aveva fatto la tournée con i The Band, una mossa che fece guadagnare popolarità al cantautore americano».

In un turbinio di ricordi si collocano i tanti omaggi e tributi dedicati a De André, con la netta sensazione che solo la PFM sia la sola e più accreditat­a per farlo: «De André è un nome che funziona e che aiuta a lavorare o produrre spettacoli, però, nel nostro caso vorrei precisare una cosa — sottolinea Djivas — il nostro non è un omaggio perché noi eravamo sul palco con lui».

Da quei mitici live sono trascorsi tanti anni, che potrebbero essere visti come un battito d’ala: «Dipende come si vogliono considerar­e. Di certo sono stati 45 anni belli e difficili com’è la vita e come lo sono le cose che succedono ogni giorno. In questo periodo, che stiamo vivendo da qualche anno, la situazione ha preso una brutta piega. Però, spero che tornino tempi migliori, forse, con un po’ più di leggerezza».

La mancanza di De André è ovviamente palpabile ma se Djivas potesse parlare ancora una volta con il cantautore genovese su quali argomenti andrebbe a parare? «Gli direi tantissime cose. Sicurament­e gli chiederei cosa ne pensa di quello che sta succedendo e sono sicuro che lui avrebbe una risposta spiazzante, come ha sempre fatto. Aveva un suo modo di vedere le cose che era completame­nte diverso da quello di tutti. Il suo pensiero era sempre illuminant­e, aveva la capacità di guardare dietro alle situazioni e di capire la loro sostanza».

Il bassista ha anche un grande rimpianto: «Quando De André era ricoverato in ospedale, sono andato a trovarlo soltanto una volta e ancora mi maledico per questo». PFM e De André la magia continua.

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Storia Franz Di Cioccio e Patrick Djivas

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