Digitale, il grande balzo. A caccia di professionisti
Primo rapporto promosso da Confindustria Emilia-Romagna e Anitec-Assinform
Con il suo mercato del digitale in crescita del 2,6% nel 2023 rispetto all’anno precedente e dal valore complessivo di oltre 6 miliardi, «l‘Emilia-Romagna è fra le più innovative e digitalizzate in Italia e in Europa»: la costruzione di una Data Valley di respiro internazionale, le quasi 13 mila imprese del settore delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione (Ict) e gli investimenti in digitale e formazione da parte delle aziende lungo la via Emilia sono alcuni degli elementi di definizione di un sistema già molto articolato e che ha saputo rispondere anche alle difficoltà provocate nell’ultimo anno dall’alluvione e dagli alti costi delle materie prime. Tuttavia i punti di criticità ci sono, dalla polarizzazione territoriale al ritardo nella digitalizzazione dei territori più remoti, dalla carenza di professionalità avanzate a un basso sviluppo di startup e piccole e medie imprese in ambito Ict (il 100% delle grandi aziende ha investito in digitale contro il 69% delle piccole). È questa la fotografia scattata dal primo rapporto sul digitale promosso da Confindustria Emilia-Romagna e da Anitec-Assinform, il cui obiettivo è di essere un punto di partenza per superare alcuni ostacoli. Con un settore manifatturiero dalla maggior quota di spesa in Ict e con la pubblica amministrazione e la sanità a registrare il maggior dinamismo di crescita (soprattutto grazie al Pnrr), le previsioni dal 2024 al 2027 parlano di un’ulteriore crescita, con l’anno in corso a essere trainato dagli investimenti in cybersecurity e AI: «Fino al 2026 i tassi di crescita stimati vanno dal 4,1% al 5,2%, per arrivare a un valore di mercato superiore ai sette miliardi nel 2027», ha illustrato Giancarlo Capitani, presidente di NetConsulting Cube. Ma perché queste previsioni possano diventare realtà sarà necessario affrontare alcune delle maggiori sfide, una su tutte quella dell’investimento «sul capitale umano», hanno aggiunto il presidente di Anitec-Assinform, Marco Gay, e la presidente di Confindustria Emilia-Romagna, Annalisa Sassi. Per due imprese su tre infatti è complesso adeguare le strutture organizzative per integrare le nuove tecnologie digitali, per una su due reperire le competenze necessarie. La fiducia nel futuro comunque c’è: «L’essere la più importante Data Valley europea ci darà un vantaggio competitivo straordinario — ha detto il presidente Stefano Bonaccini —. C’è voglia di venire a investire in questa terra; questo può dare competitività alle nostre imprese e alle nostre università».