Corriere di Bologna

Si spegne la voce del comitato Piazza Verdi

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Dopo anni di battaglie sulla vivibilità della zona universita­ria di Bologna e variegate attività messe in campo, sempre contro il degrado, a favore della cultura e per la vivibilità di quel fazzoletto di città, si spegne la voce del Comitato piazza Verdi. Dopo la morte qualche mese fa del suo fondatore e storico portavoce, Otello Ciavatti, l’associazio­ne di residenti si avvia a concludere il proprio lungo percorso: un’esperienza durata ben un quarto di secolo, visto che il comitato fu fondato nel 1999, un anno entrato nella storia della città delle Due Torri per l’elezione di Giorgio Guazzaloca e quindi del primo sindaco di centrodest­ra sotto le Due torri. Il nome del Comitato piazza Verdi, intanto, non compare tra le sigle che compongono il Coordiname­nto delle associazio­ni e dei comitati dei residenti del centro storico che, ieri mattina, ha avuto un incontro in Comune con il sindaco Matteo Lepore e il questore Antonio Sbordone: non più 15 ma 14 le realtà citate. Questo perché il Comitato piazza Verdi, dopo la scomparsa di Ciavatti, «lo stanno sciogliend­o», spiega un altro storico rappresent­ante dei residenti della zona universita­ria, Giuseppe Sisti, portavoce dell’Associazio­ne via Petroni e dintorni. Il comitato Piazza Verdi ha sempre cercato di lavorare in aiuto alle amministra­zioni e non pregiudizi­almente contro, per portare al centro del dibattito pubblico non solo le legittime rivendicaz­ioni dei residenti della zona universita­ria, esasperati dalla mancanza di sicurezza e dalla difficile convivenza con le notti fracassone, ma anche un modello diverso di vivere quell’area. Diverso nei contenuti anche dagli altri comitati che hanno comunque condiviso gli stessi problemi nelle stesse zone della città. Dunque dopo 25 anni di vita si conclude quella lunga esperienza.

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