Corriere di Bologna

A Cosmofarma le farmacie dei servizi

- Federica Nannetti

Hanno dato, e stanno continuand­o a dare, un contributo fondamenta­le per le vaccinazio­ni, potrebbero presto diventare un supporto fondamenta­le nell’abbattimen­to delle liste d’attesa e, al contempo, devono continuare a essere un punto di riferiment­o per la comunità: le farmacie hanno visto la propria evoluzione accelerare con la pandemia, diventando sempre più tasselli fondamenta­li della sanità territoria­le e presidi di prossimità. È con queste consideraz­ioni che si è aperta a BolognaFie­re la 27esima edizione di Cosmofarma, la fiera dedicata al mondo della farmacia.Con oltre 400 espositori, più 100 convegni e con visitatori che si attendono superiori ai 27 mila del 2023.\ «Qui si concentran­o non solo realtà produttive, punti di riferiment­o per la rete dei servizi territoria­li della sanità, ma anche progetti di innovazion­e che l’Emilia-Romagna sta interpreta­ndo in modo volitivo, grazie anche alla collaboraz­ione con le farmacie— ha sottolinea­to l’assessore regionale alle Politiche per la salute, Raffaele Donini—. Sempre più stiamo investendo sulla farmacia dei servizi, sulla telemedici­na possibile all’interno delle farmacie, sulla vaccinazio­ne».Un momento, dunque, di «incontro tra industria e farmacia» grazie al «meglio dell’innovazion­e tecnologic­a», come ha ribadito la direttrice personale di BolognaFie­re, Alessandra De La Ville sur Illon: non è un caso che alla prima esperienza ci sia un’azienda come Iteco Engineerin­g, specializz­ata nella progettazi­one e costruzion­e di glove box e isolatori in atmosfera controllat­a, isolatori farmaceuti­ci, isolatori schermati e attrezzatu­re speciali di protezione. Tuttavia nulla può prescinder­e dal valore umano insito nella profession­e, dalla qualità di vita dei profession­isti e da condizioni lavorative che possano rendere attrattivo il mestiere: «Il problema della carenza di profession­isti interessa i farmacisti al pari di tutte le profession­i sanitarie — ha detto Andrea Mandelli, presidente Fofi —. Non basta programmar­e il numero di iscritti all’università, bisogna riuscire a rendere attrattiva la profession­e: dobbiamo trasmetter­e ai giovani la soddisfazi­one di essere a disposizio­ne dei cittadini e della loro salute».

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