Una lirica da cinema
Angelini firma il film «Opera Mundi» girato durante l’allestimento del «Rigoletto» al Comunale
Era il 2016 quando al Teatro Comunale di Bologna, durante l’allestimento del Rigoletto diretto da Renato Palumbo per la regia di Alessio Pizzech, iniziarono le riprese del film Opera Mundi. Rigoletto experientia di Paolo «Fiore» Angelini. La troupe si è poi spostata oltre Bologna, a Roma, Ravenna, Siracusa, Palermo, Catania, Parigi, Londra e Berlino, lungo i corsi d’acqua che le attraversano. L’acqua è infatti il primo dei quattro elementi, con fuoco, terra e aria, che accompagnano gli atti del film, strutturato in quattro movimenti come nell’opera, l’attacco, l’adagio, il tempo di mezzo e la cabaletta.
Nei 100 minuti del film la sonda Pioneer 11, inviata molti anni fa oltre i confini del sistema solare, inaspettatamente fa ritorno sul pianeta Terra. Custodisce una placca, un messaggio in bottiglia per raccontare l’umanità a sconosciuti abitanti di altri mondi. Nel frattempo a teatro va in scena il Rigoletto con bambini misteriosi che si manifestano dietro le quinte. Sono gli spiritelli del teatro, con il loro sguardo curioso rivolto fuori.
A quella città che diviene una composizione di tanti luoghi, dell’anima e della memoria.
Un gioco di rimandi per rivelare che un’opera ottocentesca parla ancora di noi. Sul palcoscenico Rigoletto, Gilda e il Duca di Mantova intrecciano le loro voci cantando il loro dramma di passione, tradimento e morte. Dietro le quinte le maestranze del teatro partecipano alla costruzione della rappresentazione mentre fuori scorre la quotidianità della vita. Dopo essere stato distribuito su Netflix in Europa e su Amazon in Usa e Gran Bretagna, a 7 anni dal primo ciak il film verrà proiettato in anteprima nazionale martedì 23, alle 21. Al Cinema Jolly divi a Marconi 14, biglietti su pop up cinema .18 tickets.it/ film /23073, alla presenza del regista e di membri del cast, composto da Vladimir Stoyanov (Rigoletto), Scilla Cristiano (Gilda) e Raffaele Abete (il Duca di
Narra il teatro dall’interno, e ciò che sta all’esterno È un viaggio che parla di un teatro immerso nella realtà e di una realtà che si manifesta attraverso il teatro
Mantova).
Nel sacrificio di Gilda, sottolinea il regista nato a Rimini nel 1966, «Rigoletto ci porta a riflettere sulla morte e sul suo significato. La sera giunge a oscurare, ma una nuova luce ci soccorre, una luce salvifica che abita l’umanità da sempre. Per questo credo che quello del film sia, in fondo, un messaggio di pace, ciò di cui l’umanità ha disperatamente bisogno in questo momento».
Un messaggio che ha spinto Angelini a collaborare con la rete interculturale e interreligiosa Portico della Pace. Infatti parte dell’incasso della proiezione verrà devoluto all’associazione. Ciascun atto del film, conclude il regista di Paris, Dabar e Ho conosciuto Magnus, «esplora temi fondanti dell’opera e più in generale dell’arte. Temi senza tempo che appartengono all’umanità. Attraverso la messa in scena di Rigoletto, narra il teatro dall’interno, la vita che lo agisce, ma anche ciò che sta all’esterno del teatro. È un viaggio emozionale che parla di un teatro immerso nella realtà e di una realtà che si manifesta attraverso il teatro. Il canto accompagna il percorso e la parte musicale, oltre a Rigoletto, si avvale del Coro delle voci bianche, con arie tratte dalle opere Macbeth, Nabucco, Il trionfo di Clelia, Parsifal, Cavalleria Rusticana e Giovanna d’Arco di Giuseppe