La riforma del pensiero per una realtà complessa
Gli incontri spontanei nelle strade e nei negozi tengono viva la convivialità urbana. Scrive Morin: «Il supermercato è il regno dell’anonimato. Si può fare la spesa senza rivolgere una sola volta la parola a qualcuno, salvo lamentarsi se manca un prodotto». (4) Una governance urbana efficace richiede la partecipazione attiva e inclusiva dei cittadini. Non basta la presenza delle autorità municipali, degli aderenti ai partiti, di singoli professionisti qualificati e delle categorie professionali. È opportuno affidarsi ad un campione della popolazione che includa anche i disoccupati, i poveri, gli anziani e i giovani. Altrimenti, dibattiti e decisioni sono pilotati dai militanti politici e dai rappresentanti delle lobby. (5) Siamo circondati da tecnocrati il cui sapere non è in messo in discussione. Tuttavia, è proprio la specializzazione spinta che impedisce una visione globale delle sfide che si parano di fronte a noi. (6) L’econocrazia (l’economia guidata da burocrati e contabili) ignora le legittime aspirazioni a soddisfare i bisogni umani affettivi, inclusi il dono e il servizio gratuito, e trascura la sostenibilità ambientale e sociale a lungo termine. L’attenzione è rivolta ai guadagni a breve. La mercificazione generalizzata, la carenza di beni comuni non monetari e il forte aumento degli inquinamenti che minacciano la biosfera abbassano la qualità di vita. (7) Il martellamento pubblicitario che si avvale di tecniche psicologiche provoca dipendenza. Qualsiasi bene diventa un mero oggetto di consumo e ha un interesse unicamente economico. (8) L’antropocentrismo pone gli esseri umani al centro dell’universo e giustifica lo sfruttamento della natura a nostro vantaggio. Al mito che conferisce all’uomo la sovranità sulla natura si contrappongono le culture indigene che vivono in armonia con la natura da generazioni. Non abusando della natura si evidenzia che facciamo affidamento su di essa, dal cibo e dall’acqua all’aria pulita e ad un clima stabile. (9) La salute ha un “imprinting olistico”, essendo influenzata da molteplici fattori in complessa relazione tra loro. Si può configurarla come un’orchestra il cui direttore è il medico generalista di famiglia che conoscendo i suoi pazienti non si affida totalmente ai dati statistici. Oggi, il medico curante è ridotto al rango basso di medico di base. La salute molto deve all’alimentazione. L’agricoltura industriale è di scarsa qualità nutrizionale e gustativa. L’agroecologia reca i benefici dell’alimentazione biologica, dell’orticoltura e dell’allevamento contadino. (10) L’insegnamento a compartimenti stagni ha provocato una grande separazione tra la cultura umanistica e quella scientifica. Morin propone la decima epistemologica: «Si tratterebbe di istituire in tutte le Università e in tutte le facoltà una decima epistemologica o transdisciplinare, che preleverebbe il 10% del tempo dei corsi per un insegnamento comune che verta sui presupposti dei differenti saperi e sulle possibilità di farli comunicare. È in questa dimensione che si potrebbero cogliere le connessioni tra le diverse discipline e si potrebbero mettere in dialogo vero scienze antroposociali e scienze della natura». Esprimete al Corriere il vostro parere sulla riforma del pensiero, perché è possibile l’improbabile e l’inatteso sopraggiunge.