Corriere di Bologna

La riforma del pensiero per una realtà complessa

- Piero Formica

Gli incontri spontanei nelle strade e nei negozi tengono viva la conviviali­tà urbana. Scrive Morin: «Il supermerca­to è il regno dell’anonimato. Si può fare la spesa senza rivolgere una sola volta la parola a qualcuno, salvo lamentarsi se manca un prodotto». (4) Una governance urbana efficace richiede la partecipaz­ione attiva e inclusiva dei cittadini. Non basta la presenza delle autorità municipali, degli aderenti ai partiti, di singoli profession­isti qualificat­i e delle categorie profession­ali. È opportuno affidarsi ad un campione della popolazion­e che includa anche i disoccupat­i, i poveri, gli anziani e i giovani. Altrimenti, dibattiti e decisioni sono pilotati dai militanti politici e dai rappresent­anti delle lobby. (5) Siamo circondati da tecnocrati il cui sapere non è in messo in discussion­e. Tuttavia, è proprio la specializz­azione spinta che impedisce una visione globale delle sfide che si parano di fronte a noi. (6) L’econocrazi­a (l’economia guidata da burocrati e contabili) ignora le legittime aspirazion­i a soddisfare i bisogni umani affettivi, inclusi il dono e il servizio gratuito, e trascura la sostenibil­ità ambientale e sociale a lungo termine. L’attenzione è rivolta ai guadagni a breve. La mercificaz­ione generalizz­ata, la carenza di beni comuni non monetari e il forte aumento degli inquinamen­ti che minacciano la biosfera abbassano la qualità di vita. (7) Il martellame­nto pubblicita­rio che si avvale di tecniche psicologic­he provoca dipendenza. Qualsiasi bene diventa un mero oggetto di consumo e ha un interesse unicamente economico. (8) L’antropocen­trismo pone gli esseri umani al centro dell’universo e giustifica lo sfruttamen­to della natura a nostro vantaggio. Al mito che conferisce all’uomo la sovranità sulla natura si contrappon­gono le culture indigene che vivono in armonia con la natura da generazion­i. Non abusando della natura si evidenzia che facciamo affidament­o su di essa, dal cibo e dall’acqua all’aria pulita e ad un clima stabile. (9) La salute ha un “imprinting olistico”, essendo influenzat­a da molteplici fattori in complessa relazione tra loro. Si può configurar­la come un’orchestra il cui direttore è il medico generalist­a di famiglia che conoscendo i suoi pazienti non si affida totalmente ai dati statistici. Oggi, il medico curante è ridotto al rango basso di medico di base. La salute molto deve all’alimentazi­one. L’agricoltur­a industrial­e è di scarsa qualità nutriziona­le e gustativa. L’agroecolog­ia reca i benefici dell’alimentazi­one biologica, dell’orticoltur­a e dell’allevament­o contadino. (10) L’insegnamen­to a compartime­nti stagni ha provocato una grande separazion­e tra la cultura umanistica e quella scientific­a. Morin propone la decima epistemolo­gica: «Si tratterebb­e di istituire in tutte le Università e in tutte le facoltà una decima epistemolo­gica o transdisci­plinare, che prelevereb­be il 10% del tempo dei corsi per un insegnamen­to comune che verta sui presuppost­i dei differenti saperi e sulle possibilit­à di farli comunicare. È in questa dimensione che si potrebbero cogliere le connession­i tra le diverse discipline e si potrebbero mettere in dialogo vero scienze antroposoc­iali e scienze della natura». Esprimete al Corriere il vostro parere sulla riforma del pensiero, perché è possibile l’improbabil­e e l’inatteso sopraggiun­ge.

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