Fine vita, Ausl: «La delibera tutela i cittadini»
Dopo il ricorso presentato dal governo contro la delibera della giunta Bonaccini sul fine vita, la Ausl di Bologna blinda il provvedimento. Sul suicidio medicalmente assistito «c’è già una sentenza della Corte costituzionale, che era già applicabile. Con l’intervento della Regione si danno tempi certi al percorso di fine vita» e questo rappresenta «una tutela per i cittadini», ha detto ieri il direttore sanitario Andrea Longanesi. Nel frattempo «non abbiamo avuto richieste, sicuramente non a Bologna ma per quanto mi risulta in tutta la regione. Questo, dal mio punto di vista — continua Longanesi — è perché la nostra rete di cure palliative è molto forte e aiuta molto i pazienti in quelle situazioni». In ogni caso, però, «la commissione di area vasta è stata preparata e definita secondo gli indirizzi regionali — sottolinea Longanesi — per cui siamo pronti». Questo sapendo che, in virtù della sentenza della Consulta, le richieste potevano arrivare anche prima della circolare regionale «e si doveva già rispondere», segnala Longanesi, che ha potuto toccare con mano il tema visto che fino a fine 2023 è stato direttore sanitario dell’Ausl di Trieste e proprio in quella città, lo scorso dicembre, si è registrato il primo caso in Italia di suicidio assistito con l’utilizzo di un farmaco e la presenza di un medico del Servizio sanitario nazionale. La differenza rispetto a quanto deciso dall’EmiliaRomagna è che «l’iter era più lungo, in quel caso di circa sei, sette mesi». In più, l’Emilia-Romagna «ha messo dei tempi che prima non c’erano», spiega Longanesi: nel caso di Trieste erano stati dettati dal Tribunale, «che ha fatto un’ingiunzione nel merito. Adesso qui in Emilia-Romagna ci sono ed è una tutela per i cittadini».