Donne dem in rivolta contro la segretaria «La sua candidatura penalizza le altre in lista Che delusione Schlein»
La rinuncia del nome nel simbolo non placa le critiche
«Io l’avevo detto tempo fa e non ho cambiato idea: non va bene candidarsi per un ruolo quando si sa già che poi non lo si potrà ricoprire». La senatrice bolognese del Pd, Sandra Zampa, non risparmia critiche alla scelta della segretaria nazionale Elly Schlein in vista delle Europee. E non lo fanno nemmeno molte altre donne con ruoli chiave nel Pd lungo la Via Emilia. Perché è vero che ieri la segretaria ha quantomeno tirato il freno a mano sul suo nome nel simbolo, un’ipotesi che aveva messo infiammato anche qui le chat dei militanti, ma sulla sua candidatura «di servizio» (capolista al Centro e nelle Isole) è andata avanti. Lasciando con l’amaro in bocca molte democratiche, oltre che un padre nobile del Pd come Romano Prodi («Una ferita per la democrazia»).
Sandra Zampa, oggi senatrice e già storica collaboratrice del Professore, durante i ragionamenti in direzione ha scosso la testa. «Si è parlato di una maggiore attrattività candidando la segretaria. Io invece — sottolinea — penso sia attrattivo scegliere un comportamento diverso da quello dei leader del centrodestra». Anche perché resta il paradosso di una segretaria donna che con la sua candidatura per calamitare voti «fa un danno soprattutto alle altre donne in lista. Mi ricorda i tempi del Pd con le multicandidature di Maria Elena Boschi», dice Zampa, per cui si sarebbe dovuta fare «prima e per tempo una discussione sui criteri di selezione delle candidature». La tesi che la segretaria-candidata porterà più voti «non mi convince. Ma d’altronde non avremo mai la controprova che ne porti più o meno. Io penso piuttosto che gli elettori premino chi si distingue nella correttezza. Non credo negli artifici».
Critiche simili a quelle della forlivese Lucia Bongarzone, responsabile Scuola nella segreteria del Pd emiliano-romagnolo, tra le prima voci a levarsi mesi fa contro l’ipotesi di una candidatura di Schlein. «Molte altre donne come me avevano sollevato il tema perché ci sembrava un controsenso — ricorda Bongarzone — che la prima donna segretaria fosse quella che con la sua candidatura impediva l’elezione di altre donne. Sono contenta che nella nostra circoscrizione non sia successo. Rimane il limite di questa scelta in altri territori». Perché con il principio dell’alternanza di genere nelle preferenze e l’effetto calamita della segretaria saranno le candidate «vere» a rimetterci. Difficile inoltre, secondo Bongarzone, non essere d’accordo con Prodi: «Quando votiamo qualcucivico...». no vorremo che portasse avanti un impegno e onorasse il voto di chi gli ha dato un mandato. In questo caso sappiamo che non sarà così. Resta più giusto puntare sulle donne che hanno fatto tante battaglie importanti in questi 5 anni affinché possano tornare in Europa». E poi c’è il tema delle tante candidature civiche nelle liste dem: «Ogni tanto farebbe piacere che fossero valorizzate un po’ di più le figure interne, invece di questa ricerca spasmodica del Per la bolognese Giulia Bernagozzi, coordinatrice della Conferenza delle donne del Pd di Bologna, oltre all’effetto negativo sulle altre candidature femminili la questione è anche identitaria. «Candidarsi per non essere eletti? Beh, è una novità per noi... Prendo quello che mi viene detto dalla nostra base: questa cosa non è stata capita. E quando non viene capita dai nostri, forse una riflessione in piu va fatta...», sottolinea Bernagozzi, che non ha dubbi sulla forza della candidatura da capolista di Stefano Bonaccini: «Ma il fatto che nonostante una segretaria donna e femminista ci sia ancora difficoltà a riconoscere il valore delle donne e “osare”, anche se c’è un nome più noto, mi spinge a pensare al lavoro che dobbiamo ancora fare tutte noi democratiche».
Sandra Zampa
Si è scelto un artificio, la strada del centrodestra. Ma così si fa un danno alle altre in lista
Giulia Bernagozzi Una segretaria donna e femminista che non osa e non riconosce il valore delle altre donne