Corriere di Bologna

Donne dem in rivolta contro la segretaria «La sua candidatur­a penalizza le altre in lista Che delusione Schlein»

La rinuncia del nome nel simbolo non placa le critiche

- Di Francesco Rosano

«Io l’avevo detto tempo fa e non ho cambiato idea: non va bene candidarsi per un ruolo quando si sa già che poi non lo si potrà ricoprire». La senatrice bolognese del Pd, Sandra Zampa, non risparmia critiche alla scelta della segretaria nazionale Elly Schlein in vista delle Europee. E non lo fanno nemmeno molte altre donne con ruoli chiave nel Pd lungo la Via Emilia. Perché è vero che ieri la segretaria ha quantomeno tirato il freno a mano sul suo nome nel simbolo, un’ipotesi che aveva messo infiammato anche qui le chat dei militanti, ma sulla sua candidatur­a «di servizio» (capolista al Centro e nelle Isole) è andata avanti. Lasciando con l’amaro in bocca molte democratic­he, oltre che un padre nobile del Pd come Romano Prodi («Una ferita per la democrazia»).

Sandra Zampa, oggi senatrice e già storica collaborat­rice del Professore, durante i ragionamen­ti in direzione ha scosso la testa. «Si è parlato di una maggiore attrattivi­tà candidando la segretaria. Io invece — sottolinea — penso sia attrattivo scegliere un comportame­nto diverso da quello dei leader del centrodest­ra». Anche perché resta il paradosso di una segretaria donna che con la sua candidatur­a per calamitare voti «fa un danno soprattutt­o alle altre donne in lista. Mi ricorda i tempi del Pd con le multicandi­dature di Maria Elena Boschi», dice Zampa, per cui si sarebbe dovuta fare «prima e per tempo una discussion­e sui criteri di selezione delle candidatur­e». La tesi che la segretaria-candidata porterà più voti «non mi convince. Ma d’altronde non avremo mai la controprov­a che ne porti più o meno. Io penso piuttosto che gli elettori premino chi si distingue nella correttezz­a. Non credo negli artifici».

Critiche simili a quelle della forlivese Lucia Bongarzone, responsabi­le Scuola nella segreteria del Pd emiliano-romagnolo, tra le prima voci a levarsi mesi fa contro l’ipotesi di una candidatur­a di Schlein. «Molte altre donne come me avevano sollevato il tema perché ci sembrava un controsens­o — ricorda Bongarzone — che la prima donna segretaria fosse quella che con la sua candidatur­a impediva l’elezione di altre donne. Sono contenta che nella nostra circoscriz­ione non sia successo. Rimane il limite di questa scelta in altri territori». Perché con il principio dell’alternanza di genere nelle preferenze e l’effetto calamita della segretaria saranno le candidate «vere» a rimetterci. Difficile inoltre, secondo Bongarzone, non essere d’accordo con Prodi: «Quando votiamo qualcucivi­co...». no vorremo che portasse avanti un impegno e onorasse il voto di chi gli ha dato un mandato. In questo caso sappiamo che non sarà così. Resta più giusto puntare sulle donne che hanno fatto tante battaglie importanti in questi 5 anni affinché possano tornare in Europa». E poi c’è il tema delle tante candidatur­e civiche nelle liste dem: «Ogni tanto farebbe piacere che fossero valorizzat­e un po’ di più le figure interne, invece di questa ricerca spasmodica del Per la bolognese Giulia Bernagozzi, coordinatr­ice della Conferenza delle donne del Pd di Bologna, oltre all’effetto negativo sulle altre candidatur­e femminili la questione è anche identitari­a. «Candidarsi per non essere eletti? Beh, è una novità per noi... Prendo quello che mi viene detto dalla nostra base: questa cosa non è stata capita. E quando non viene capita dai nostri, forse una riflession­e in piu va fatta...», sottolinea Bernagozzi, che non ha dubbi sulla forza della candidatur­a da capolista di Stefano Bonaccini: «Ma il fatto che nonostante una segretaria donna e femminista ci sia ancora difficoltà a riconoscer­e il valore delle donne e “osare”, anche se c’è un nome più noto, mi spinge a pensare al lavoro che dobbiamo ancora fare tutte noi democratic­he».

Sandra Zampa

Si è scelto un artificio, la strada del centrodest­ra. Ma così si fa un danno alle altre in lista

Giulia Bernagozzi Una segretaria donna e femminista che non osa e non riconosce il valore delle altre donne

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Le critiche alla segretaria del Pd Elly Schlein sono arrivate dalla senatrice Sandra Zampa (in altro a destra), Lucia Bongarzone, responsabi­le Scuola ( in basso a destra) e Giulia Bernagozzi, coordinatr­ice Conferenza donne Pd
Distinguo e polemiche Le critiche alla segretaria del Pd Elly Schlein sono arrivate dalla senatrice Sandra Zampa (in altro a destra), Lucia Bongarzone, responsabi­le Scuola ( in basso a destra) e Giulia Bernagozzi, coordinatr­ice Conferenza donne Pd

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