Corriere di Bologna

El Azzouzi Stadium

Dopo il gol l’esultanza sotto la Curva Sud ha acceso gli animi Segna ancora all’Olimpico, stavolta in rovesciata «Non so cosa ho pensato, però l’ho colpita bene È una delle più belle partite di tutta la stagione»

- Di Alessandro Mossini

Stadio Oussama, più che stadio Olimpico. C’è qualcosa di speciale tra l’impianto di Roma e Oussama El Azzouzi, che sotto la Curva Sud aveva segnato il suo primo gol in Serie A per battere la Lazio e che ieri ha fatto altrettant­o contro la Roma. Con il piccolo particolar­e che lo scorso 18 febbraio quando esultò dopo il gol era sotto lo spicchio ospiti mentre ieri era sotto la curva gialloross­a che non l’ha presa benissimo. Poco male, perché un gol così va festeggiat­o anche se dall’altra parte si agitano. Cross di Calafiori, torsione in cielo, palla uncinata in rovesciata, palo, gol, tripudio. Una rete che nelle memorie rossoblù ricorda un sigillo datato 1998. Il Bologna di Carlo Mazzone giocava in Intertoto e al Dall’Ara, su punizione di Kolyvanov, la girata volante a centro area la stampò Michele Paramatti con un capolavoro in acrobazia.

Ieri la rovesciata del classe 2001 ha dato il là a un vero e proprio trionfo: «È una vittoria — sorride a fine gara — che ci fa provare delle belle sensazioni. Probabilme­nte abbiamo giocato una delle migliori partite di questa stagione, sfidando e battendo un grande avversario. Sapevamo cosa dovevamo fare e l’abbiamo fatto». Il Bologna di Motta si è mosso come un’orchestra perfettame­nte affiatata e l’assolo principe è arrivato dal goleador che non ti aspetti. Contro la Lazio aveva dovuto attendere per esultare, per un fuorigioco poi cancellato dal Var e dalla segnalazio­ne dell’arbitro che anche in quel caso era Maresca («sei sempre tu», disse Antonio Conte diventando virale), stavolta lo ha potuto fare fin da subito con una coreografi­a insieme a qualche compagno e con un ringraziam­ento al cielo in ossequio alla sua fede musulmana. «Ho visto Calafiori darmi la palla dalla sinistra — racconta riavvolgen­do il nastro dell’highlight d giornata — non so neanche io a cosa ho pensato ma l’ho colpita molto bene».

Ciò che incuriosis­ce è il percorso del centrocamp­ista marocchino in mezzo alle due gioie dell’Olimpico: nei 64 giorni tra il gol contro la Lazio e quello contro la Roma, otto minuti finali contro il Verona e sei panchine su sei fino alla maglia da titolare di ieri, per coprire il buco in mediana lasciato dall’infortunio di Ferguson.

Una scelta che ha pagato, non solo per il gol che ha sbloccato lo scontro diretto di Roma ma anche per l’assist di petto per il bis di Zirkzee e per un dato che balza gli occhi: 25 passaggi completati su 25 tentati nel primo tempo, per i dati di Lega Serie A comparsi a metà contesa. Fatto sta che El Azzouzi — così come Zirkzee — ha fatto due su due nella stessa stagione all’Olimpico e l’ultimo rossoblù a riuscirci nello stesso campionato fu un bomber come «El Jardinero» Cruz nella stagione 2001-02.

A fine gara è esplosa la gioia generale, con annesso coro folklorist­ico su El Azzouzi, ormai molto noto in città. E tra un abbraccio e l’altro il centrocamp­ista sorride: «Siamo un grande gruppo, tra noi c’è chimica fuori e dentro dal campo e in questa serata dell’Olimpico si è visto. Ora proseguiam­o pensando come sempre partita per partita». La parola Champions non la pronuncia nemmeno lui, ma è chiaro che qua e là risuona. Oussama, dopo la battaglia (in cui ha litigato con mezza Roma, dando vita anche a un paio di siparietti con l’arbitro Maresca), festeggia e si lascia andare: esultanze romane, per un gol e una vittoria da vetrina Champions.

 ?? (laPresse) ?? Decisivo Oussama El Azzouzi festeggia sotto la curva della Roma dopo aver segnato uno spettacola­re gol in rovesciata
(laPresse) Decisivo Oussama El Azzouzi festeggia sotto la curva della Roma dopo aver segnato uno spettacola­re gol in rovesciata

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy