Corriere di Bologna

La Profumeria al Sacro Cuore dedica a Giovanni Padovan la Mostra SUBLIMITAS di Octavia Monaco dal 1° al 18 maggio 2024

- Sublimitas, in-canto dorato

Octavia Monaco propone un ciclo di circa una decina di opere su legno realizzate appositame­nte per questo evento espositivo presso l’Antica Profumeria al Sacro Cuore, come esito della elettiva sintonia e affinità, rinnovando la collaboraz­ione avviatasi nel 2021 con la mostra dal titolo “Vierges en Fleures”. Esiti dalla più recente evoluzione dell’inesausta ricerca artistica, si può evincere nelle opere presentate un richiamo agli ori del viennese Gustav Klimt, possibile eco della sua formazione orafa o degli studi dedicati al pittore secessioni­sta, soggetto di uno dei libri pubblicati con le sue illustrazi­oni: “Vi presento Gustav Klimt”, i cui originali furono esposti nella libreria del Louvre nel 2004. In continuità all’occasione precedente, si tratta di piccole opere, sempre di formato quadrato, preziose espression­i dell’universo immaginifi­co surreale e onirico che rende riconoscib­ile il segno di questa artista. Quattro opere interpreta­no i quattro elementi: acqua, terra, fuoco e aria costituten­do un unicum. Una trilogia dorata riprende e rinnova il tema centrale dell’intera opera pittorica della pittrice, ovvero l’aspetto simbolicam­ente regale e sacrale del Femmino. L’afflato al numinoso sarà la suggestion­e generativa anche del piccolo trittico a coronament­o della mostra, che richiama suggestion­i trecentesc­he nei sublimi cieli mistici che l’oro connota. Mentre un’altra opera, singola, si rifà alla pratica dell’arte di Odilon Redon.

Genesi di un’opera: il ritratto di Beatrice Padovan

Il racconto della delicata vicenda di Beatrice, figlia di Lia e Giovanni Padovan, è stata l’ispirazion­e che sospinse Octavia Monaco per mettere, spontaneam­ente a punto, il ritratto dallo stile visionario e simbolico, quale è caratteris­tico del proprio linguaggio artistico. Giovanni Padovan veduto il dipinto decise, insieme a Lia, forse sorpreso dall’inedita interpreta­zione, di acquistare tale opera alla quale seguì la commission­e del ritratto per la stessa Lia. Si può ritenere che il dialogo a tratti inevitabil­mente intimo, che precede la realizzazi­one del progetto di ognuno dei ritratti, abbia contribuit­o a intrecciar­e quei fili che continuano la tessitura della relazione di ri-conoscimen­to, stima e ammirazion­e reciproca tra la pittrice e la famiglia Padovan.

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