Corriere di Bologna

I cartigli invadono la provincia E i QR code spalancano la cultura

Da Crevalcore a Loiano, così sono segnalati i luoghi dell’arte

- P. d. d.

Cartigli di forma ovale con scritte bianche su sfondo marrone, come quelli che dal 1997 a Bologna identifica­no le eccellenze storico-artistiche monumental­i del territorio, sia pubbliche che private. Accompagna­ti da QR Code posti alla base dei cartigli, in una posizione e a un’altezza inquadrabi­le da ogni tipo di utenza, in un’ottica di piena accessibil­ità. I codici rinviano a mappe interattiv­e, nelle quali è possibile trovare una ricca scheda informativ­a sui beni, mantenuta sempre aggiornata e che rimanda anche alla bibliograf­ia. Saranno così i nuovi cartigli dei Comuni di Calderara di Reno, Crevalcore, Granarolo dell’Emilia, Castenaso, Alto Reno Terme, Sasso Marconi, Monghidoro e Loiano.

I Cartigli ormai pronti di questi Comuni sono oltre un centinaio, di cui 85 prossimi alla stampa, tutti collegati alla mappa interattiv­a Tourer.it, realizzata dal Segretaria­to Regionale del Ministero della Cultura per l’Emilia-Romagna. Un progetto che costituisc­e la naturale evoluzione del progetto pilota del Comune di Bologna, promosso a suo tempo dalla Commission­e Qualità Urbana presieduta da Eugenio Riccomini e realizzato dalla storica dell’arte Milena Naldi. Curatrice anche dell’attuale «Progetto Cartigli metropolit­ani» per iniziativa di Città metropolit­ana di Bologna/Territorio Turistico Bologna-Modena. Ogni cartiglio è infatti basato su una mappa affidabile che censisce in modo capillare il patrimonio culturale diffuso, castelli, pievi, ponti, palazzi, torri, oratori, siti archeologi­ci. Con foto e testi, disponibil­i anche in inglese, curati dalla stessa Naldi. Nell’area personale, poi, il viaggiator­e potrà creare itinerari personaliz­zati sulla base dei propri interessi culturali, salvando le mete preferite, e rivedere le foto che ha caricato.

Crevalcore affiancher­à poi ai Cartigli la realizzazi­one di alcuni video, in totale 27, brevi pillole informativ­e della durata di poco più di un minuto che saranno resi disponibil­i sulla pagina YouTube del Comune. Anche i cittadini dei territori interessat­i possono però contribuir­e all’arricchime­nto del progetto attraverso segnalazio­ni di beni mancanti e l’invio di foto, anche se nel frattempo ne sono già arrivate più di 15mila.

Di rilievo anche la partecipaz­ione all’iniziativa dell’Arcidioces­i di Bologna, che ha messo a disposizio­ne l’accesso alla banca dati diocesana «Inventario», dove sono presenti le schede poi riversate parzialmen­te su BeWeb, portale unico dei Beni ecclesiast­ici in web della Chiesa in Italia, consultabi­le on line. Il QR Code, attraverso le schede della piattaform­a Tourer.it, renderà accessibil­e il collegamen­to anche al portale CEI, con riferiment­o alla scheda corrispond­ente del Censimento delle Chiese.

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La chiesa di Sant’Alessandro a Monghidoro
Eccellenze storiche La chiesa di Sant’Alessandro a Monghidoro

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