«La mia musica per la Liberazione, una festa condivisa»
«Costellazione 25 aprile» è il concerto con cui Carpi festeggia il giorno della Liberazione, portando in Piazza dei Martiri (oggi dalle 16.30, ingresso gratuito) un concerto di Vasco Brondi che in veste di direttore artistico ha chiamato altri artisti come Nada, Brunori sas, Francesca Michielin, Massimo Zamboni, Silvia Ballestra e Paolo Cognetti.
Quale significato deve avere e cosa si deve festeggiare il 25 aprile?
«Significa rendersi conto che non siamo separati dagli altri. Quando il genere umano lo capisce può fare la differenza. La Resistenza è stata costruita e portata avanti da donne e uomini in qualche modo uniti tra di loro nel tempo e nello spazio. Io l’ho immaginata come una costellazione, qualcosa che faccia luce nel buio, che illumini i tempi anche quando sembrano più oscuri».
Come ha accolto l’idea di ospitare colleghe e colleghi nel suo concerto?
«Proprio perché il 25 aprile per me significa unione, quando il Comune di Carpi mi ha chiesto di pensare a qualcosa di speciale ho subito immaginato qualcosa di corale. Ho voluto coinvolgere altri musicisti, cantanti, scrittori, scrittrici perché questa celebrazione deve restare sempre viva, sempre collettiva. È una festa da vivere tutti assieme, la gioia della liberazione. La felicità che è possibile solo se condivisa».
Esibirsi il 25 aprile significa schierarsi a livello politico?
«La musica e la letteratura possono essere documenti storici lirici, possono farci rivedere il passato e immaginare
il futuro, possono avere dentro l’aria di un periodo e rappresentarlo più di un saggio di storia. Le canzoni possono avere dentro l’attualità ma anche una scintilla di eternità e restare vive, restare con il soffio della vita dentro al di là di ogni altra retorica. L’arte fa in modo che i monumenti continuino a muoversi e ballare».
Ci sarà Massimo Zamboni. Cosa ne pensa del ritorno
dei CCCP Fedeli alla Linea e delle relative polemiche?
«I CCCP sono sicuramente il gruppo che mi ha influenzato di più, mi hanno fatto capire che i posti da cui vengo andavano benissimo per scrivere le canzoni. Sono stato a Berlino per vedere il loro live e mi colpisce molto come riescano anche ora ad essere disturbanti per lo stesso tipo di anime belle per cui erano disturbanti quarant’anni fa. Poteva passare anche in sordina questa riunificazione ma, anche senza volere, sono così dirompenti ancora adesso che attorno a loro c’è amore, odio, indignazione e adorazioni. Guardo con un certo divertimento tutte queste polemiche».
Crede che sia più complicato pensare ad uno spettacolo proprio per il 25 aprile al di fuori dell’Emilia-Romagna?
«In Emilia io ho sempre sentito nell’aria la Resistenza ed è letteralmente nella nostra terra. Essendo cresciuto a Ferrara non so fare paragoni con altre zone, quello che so di certo è che quell’eco fortunatamente arriva ancora fino a noi».