Con «Radio Ritmo» suoni, voci e fantasie tra Marconi e Wells
Suoni, voci, la mente che fantastica dentro un’atmosfera rarefatta e un coinvolgimento purissimo, senza le immagini a irrompere sul campo.
Questa sera, in occasione del 150esimo anniversario della nascita di Guglielmo Marconi, il Teatro del Baraccano propone «Radio Ritmo», un classico del proprio repertorio che rievoca la celebre trasmissione radiofonica di Orson Welles trasmessa dalla CBS nell’ottobre del 1938. Scatenò il panico, quella performance: furono in molti a credere allo scoppio di un conflitto interplanetario, a un’invasione aliena o qualcosa di simile, tanto quella finzione tratta da Herbert George Wells chiamata «Guerra dei mondi» era verosimile. A dirigere lo spettacolo è Massimo Sceusa. Sul palco, l’Orchestra del Baraccano diretta da Giambattista Giocoli – Gabriele Bellu al violino, Alessandro Culiani al violoncello, Claudia Piga al flauto, David Braco al clarinetto, Denis Zardi al pianoforte – con le voci recitanti di Sandra Cavallini e Mirko Rizzotto (ore 20.30, info 393-9142636).
Siamo nella sala concerto della CBS, appositamente riprodotta. Come ha spiegato Sceusa, «dal 1901, quando Marconi riuscì a trasmettere un segnale attraverso l’Oceano Atlantico, la radio rivoluzionò la comunicazione di massa, con un impatto pari a quello che, diversi secoli prima, aveva avuto l’invenzione della stampa. Da allora questo nuovo media è stato capace di reinventarsi e, nonostante oggi subisca la concorrenza di televisione e internet, resta il più importante mezzo di comunicazione nei paesi in via di sviluppo, il solo per sfuggire alla censura nei paesi sovranisti e nei territori straziati da conflitti bellici». Il lavoro è dunque un omaggio a quegli anni, «quando la radio arrivò alla portata di tutte le famiglie, diffondendo cultura, offrendo concerti musicali di alto livello e spettacoli di varietà». Con licenza a un po’ di marketing, propaganda e anche a qualche fake news di cui quello storico radiodramma fu capostipite. Negli anni Trenta, effettivamente, la radio diventò il mezzo in cui gli italiani divennero testimoni dei più importanti eventi, dallo sport alle opere liriche, dall’informazione fino ai concerti sinfonici.
In Radio Ritmo, spiega Giocoli, «un ensemble musicale, invitato in una trasmissione radiofonica, esegue il proprio repertorio di musica da camera, un vasto programma che attraversa i secoli della storia della musica: da quelle senza tempo di J. S. Bach all’inquieto e poetico Schubert, da brani di contaminazione fra musica colta e jazz con Gershwin, a brani di cabaret con Kurt Weill, dalle opere di due fra i massimi esponenti del Gruppo dei Sei in Francia come Milhaud e Poulenc, a piccole gemme di metà Novecento, sempre poco eseguite, del russo Kabalevskij». A queste si uniscono altri nomi importanti, da Ottorino Respighi a Debussy, da Stravinskij a Bartok. Per finire con un brano del contemporaneo Giovanni Sollima, «a testimoniare – conclude Giocoli – che la potenza della radio, specialmente della musica in radio, non ha età».