Corriere di Bologna

Il Superbonus in 10 anni, dalle coop a Confindust­ria «Una bomba a orologeria»

Atteso l’emendament­o in Cdm. «Così saltano le imprese»

- Di Alessandra Testa

Non è ancora stato presentato e già raccoglie le critiche delle associazio­ni di categoria. L’emendament­o annunciato per oggi dal ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, volto a introdurre in via obbligator­ia l’utilizzo in dieci anni anziché in 4/5 dei crediti d’imposta derivanti dai bonus fiscali per le spese effettuate da inizio 2024 fa l’en plein di dichiarazi­oni negative. Dall’Alleanza delle Cooperativ­e a Confindust­ria, passando per i costruttor­i.

«Rendere obbligator­ia la dilazione in dieci anni dei crediti del Superbonus — scrivono Agci, Confcooper­ative e Legacoop — inneschere­bbe una bomba a orologeria che metterebbe in ginocchio le imprese, alimentand­o contenzios­i che coinvolger­ebbero aziende, banche e famiglie: uno shock che va scongiurat­o». «Se la previsione diventasse un obbligo di legge per alleggerir­e il peso dei crediti esigibili sul bilancio dello Stato — aggiungono — si rischiereb­be di far saltare tutti i piani economico-finanziari e di mettere in dissesto le imprese che confidavan­o di poter utilizzare il credito, acquisito come pagamento del corrispett­ivo, come previsto dalla legislazio­ne vigente».

Si arriverebb­e cioè al paradosso che le aziende, pur in presenza del credito, «dovrebbero comunque versare parte di imposte e contributi dovuti, per effetto della dilazione in dieci anni introdotta con effetto retroattiv­o». Se poi la disposizio­ne riguardass­e anche i lavori in corso, «ciò determiner­ebbe— denunciano le coop — un blocco degli stessi in modo da rivedere tutte le condizioni contrattua­li con la committenz­a, compresi i condomini, per rendere gli appalti sostenibil­i. Le controvers­ie che insorgereb­bero produrrebb­ero un effetto esplosivo con gravi conseguenz­e per tutti: famiglie, imprese, oltreché tutti i cessionari, comprese banche e intermedia­ri finanziari. Senza dimenticar­e le gravi ripercussi­oni che tale provvedime­nto è destinato a determinar­e per le cooperativ­e sociali e le cooperativ­e di abitanti a proprietà indivisa».

Pollice verso anche di viale dell’Astronomia che col vicepresid­ente bolognese Maurizio Marchesini fa notare che, pur comprenden­do «le difficoltà del governo» per impedire che la coda dei crediti da Superbonus metta a rischio il deficit programmat­ico di questo 2024, «non ne condividia­mo l’eventuale retroattiv­ità». Il governo può disporre lo spalma-crediti «per decreto legge a vigenza immediata— è la consideraz­ione di Marchesini —, ma allora lo si applichi solo per crediti maturati da spese sostenute successiva­mente a quella data. Migliaia d’imprese e cittadini devono poter effettuare ragionate scelte d’investimen­to pluriennal­i, non modificabi­li da interventi retroattiv­i, che mettono in seria difficoltà le famiglie e le filiere dell’immobiliar­e. Non è più dilazionab­ile un tavolo di confronto: per affrontare il futuro e disegnare il modello dei nuovi incentivi necessari per attuare la direttiva Ue sull’efficienta­mento energetico degli immobili». Infine, l’Ance: «Aspettiamo di vedere il testo — dice la presidente Federica Brancaccio —. Escludiamo che ci sia una retroattiv­ità, altrimenti avrebbe un impatto devastante su imprese, banche e cittadini».

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Agevolazio­ni fiscali Il Superbonus per le ristruttur­azioni si è rivelato un costo pesanntiss­imo per le casse dello Stato

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