Arte aerea
Da Kiki Skipi a SteReal All’Interporto presentate undici nuove opere commissionate da Prologis ai writer
L’Interporto di Bologna è sempre di più un museo a cielo aperto, ospitando già al suo interno, nel PARKlife di Prologis a Bentivoglio, l’opera d’arte urbana più grande d’Italia, Panorama vibrante di Joys. Il 50enne street artist padovano ha adattato quello che solitamente dipinge per strada ai grandi capannoni del centro di logistica, suggerendo un’idea labirintica con l’utilizzo di un gradiente blu che sfuma andando verso l’alto. La sua opera costituisce, insieme ai lavori realizzati dagli artisti Moneyless, Etnik e Zed1, il nucleo di quello che si sta trasformando in un panorama di arte urbana fruibile 365 giorni all’anno, 24 ore su 24. Ogni opera presente nel parco logistico è inoltre accompagnata da un QR code, che permette al visitatore di accedere direttamente dal proprio smartphone a un’audioguida che ne illustra il concepimento e presenta la poetica e il percorso di ciascun artista.
Uno scenario destinato ancora di più ad arricchirsi con altre 11 nuove opere commissionate da Prologis, società che opera nel settore immobiliare per la logistica e che ha promosso un’esperienza simile anche in Lombardia, al Prologis Park di Casalpusterlengo. A differenza delle quattro opere già presenti sulle grandi facciate di edifici, i nuovi lavori saranno realizzati su una serie di container messi a disposizione da Interporto Bologna e posizionati in diversi punti del parco logistico. L’obiettivo del curatore Enrico Sironi, in arte Hemo, è quello di ampliare stili e tematiche, offrendo una panoramica sull’arte urbana in Italia, a dimostrazione della maturità raggiunta. Per Sironi «è un itinerario che mette al centro l’individuo e la natura. Composto da stili differenti, che vogliono creare un ritmo e una cadenza nelle forme e nei concetti lasciando a chi lo visita un senso di nuova identità e di spirito rinnovato, frutto di un perdersi e ritrovarsi nei colori e nelle forme nuove».
In un territorio culla della urban art italiana fin dal 1984, anno in cui si tenne alla Galleria d’Arte moderna la mostra «Arte di Frontiera: New York Graffiti» da un progetto di Francesca Alinovi. All’epoca New York vantava già la seconda generazione di writer e grazie ad Alinovi in Italia arrivò a un pubblico ulteriore, tanto che nel decennio tra il 1990 e il 2000 si svilupparono in città i primi festival di arte urbana.
Tra gli 11 artisti impegnati in questa nuova fase del progetto c’è anche Kiki Skipi, origini sarde ma da anni a Bologna, che realizza donne senza volto. Chiara Pulselli, classe 1988, ha spesso ribadito che delle sue «donnine» non riesce a disegnare un volto «perché non voglio che diventi una figura concreta, non voglio portare l’attenzione sul viso, voglio che parli tutto il contesto, e voglio soprattutto che le persone che guardano si rispecchino con più facilità». Della street art quello che le interessa soprattutto è il fatto che lasci qualcosa che rimane nel tempo: «Il muro dipinto non è solo un muro con un’opera d’arte, non si parla solo di un elemento estetico, ma è un elemento che dà una nuova vita, un nuovo valore a quell’edificio, a quella città, a quel contesto e alle persone».
Insieme a lei sono stati coinvolti Giorgio Bartocci, attivo da oltre venti anni come writer, muralista e designer, la milanese SteReal che ha abbandonato business e finanza per writing e street art, Luca Font, tra i primi a trasformare l’approccio tradizionale ai graffiti in uno stile che abbraccia fortemente la grafica e la tipografia, Mr. Thoms (Diego Della Posta), che trasforma facciate in enormi character, Caktus & Maria, duo composto da Vincenzo Mastroiorio e Maria Checcia che da oltre vent’anni approfondisce l’Aerosol Art. E poi la romana Gio Pistone, nota per la rappresentazione di figure di fantasia tendenti al mostruoso, la street artist, tatuatrice e pittrice milanese Cheris, Ale Senso, artista che vive a Berlino e opera nell’ambito dell’arte pavimentale, l’uruguaiana Nulo e lo stesso curatore Hemo, che ama combinare scritte e forme organiche.