Corriere di Bologna

«La scuola deve insegnare a pensare La mia musica è anche di pancia»

- Andrea Tinti

Willie Peyote è domani tra i protagonis­ti di Eufonica che si svolge nel Quartiere Fieristico di Bologna. Un appuntamen­to a ingresso gratuito (è necessario prenotarsi sul sito www.eufonica.it), che prevede un incontro e un’esibizione live (ore 19). Il rapper torinese ha da pochi giorni pubblicato un nuovo disco intitolato Sulla riva del fiume.

Secondo lei sulla riva di un fiume cosa si può fare?

«Filosofica­mente si aspetta che passino i cadaveri dei propri nemici. Per me è un luogo di attesa e di riflession­e».

I nemici di oggi non sono così forti che i loro cadaveri non passeranno mai?

«In realtà il mio paradosso è che sono in attesa di vedere passare il mio cadavere. Non ho pensato ai nemici perché in fondo il concetto di nemico è molto ampio. Certi nemici sono immortali. In questo disco mi sono interrogat­o più su me stesso che su quello che accade fuori».

Ha dichiarato che si tratta di un disco più di pancia che di testa, è così?

«La testa c’è sempre. Però, rispetto ad altri dischi, più ragionati sui contenuti, qui mi sono fatto trasportar­e dalla musica. Per questo è un disco più di pancia, perché non c’è stato un filtro iniziale».

In Italia quando ci si schiera pubblicame­nte non si rischia di perdere la metà di un

ipotetico pubblico?

«Non credo sia la metà. È comunque innegabile che rispetto a certi avveniment­i un determinat­o tipo di musica non rappresent­a per forza un esatto approccio politico. Questa cosa accade di frequente se il pubblico è ampio. Nel mio caso non è così. Non penso che tra la mia platea, se faccio un attacco, ci sia qualcuno che mi fischia. Il mio pubblico è più ridotto e più avvezzo a questo tipo di interventi».

Nel tour con i Subsonica ha cantato «Aspettando il sole» di Neffa, cosa ha significat­o?

«Farla con Ensi, in particolar­e a Bologna, è stato molto bello. È l’inno nazionale del rap italiano, è uno dei primi pezzi che dall’undergroun­d è arrivato al grande pubblico, pur rimanendo profondame­nte rap e racconta un intero periodo storico».

A Eufonica ci sarà anche un incontro con gli studenti. Per lei la parola «scuola» cosa significa?

«La scuola non ti deve insegnare cosa pensare, ma a pensare. Questo è il lavoro che dovrebbe fare. Un obiettivo difficile per una serie di motivi».

Nella musica lo studio è importante?

«Senza dubbio, ma non solo nella musica, lo è nella vita in generale. Questo non significa vivere di nozioni. Studiare, leggere, imparare e la curiosità come motore, servono nella vita perché ti aprono a pensieri che altrimenti non formuleres­ti. Nell’arte questa cosa è necessaria».

 ?? ?? Voce
Willie Peyote (38 anni)
Voce Willie Peyote (38 anni)

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy