La Bologna insanguinata per la violenza sulle donne
Esce per Giunti «La bambola dagli occhi di cristallo» di Barbara Baraldi, scrittrice e curatrice di «Dylan Dog»: «Nato nel 2008, la città funestata da ondate di attacchi»
Èuna Bologna affogata nel sangue quella della Bambola dagli occhi di cristallo di Barbara Baraldi (Giunti, pagine 312, euro 16.90; presentazione al cinema Victoria di Modena venerdì 24 alle 20.30). La regina del gotico italiano, scrittrice che fa tremare ma anche pensare, ritorna al suo thriller di esordio (2008, Gialli Mondadori), lo amplia, lo rende più incalzante. «Con l’esperienza – confida – ho raggiunto una maggiore padronanza nelle parti riguardanti le indagini. Ma la trama è quella, un urlo di rabbia contro la violenza degli uomini sulle donne».
Lo spiega in una nota finale: la gestazione dell’opera fu lunga, innescata dal fatto che Bologna era funestata da un’interminabile serie di aggressioni sessuali nei confronti di donne. Sono tre le protagoniste, Viola, Eva, Giulia, più un ispettore di polizia, più una sirena misteriosa e inquietante, Samantha. Più lei, l’assassina sexy, che giustizia con metodi efferati uomini pronti allo stupro: la «Killer dai tacchi a spillo».
«L’ho ripreso – ci spiega Barbara – anche perché vedo che in 20 anni non è cambiato niente. Non è normale, di notte, guardarsi le spalle, attraversare una zona buia col fiato sospeso. La rabbia è la stessa di vent’anni fa». La killer sbaglia, uccidendo, ma il suo è un grido per tutte le donne, che vuole essere ascoltato. «Lei non provoca le sue vittime. È un ragno che tesse la tela. Va in quartieri malfamati e uccide gli uomini che la aggrediscono. La sua la definisco una difesa premeditata». E continua: «È stato chiesto a un campione di donne se si sentirebbero più sicure in un bosco solitario con un orso o con un uomo. La risposta è stata: con un orso».
Bologna è proprio così nera? «Io provo a raccontare una Bologna che sanguina, più vera di quella delle trattorie, dei tortellini. Una Bologna vivida. Non mi piace imbellettare la realtà. E comunque la violenza di genere non riguarda solo Bologna. È un problema diffuso, che andrebbe affrontato con
un’opera di educazione sociale, sessuale, al rispetto degli altri, che manca totalmente. Dovrebbe essere un compito della scuola. Leggere può aiutare, perché la bellezza della lettura insegna a essere liberi».
Il libro all’uscita ebbe pochissima eco: «Ero agli esordi. Ma la Bbc inglese mi inserì in un programma sul noir italiano al fianco di mostri sacri come Camilleri, Lucarelli, Carlotto, De Cataldo. Da allora iniziarono ad accorgersi di me». Parte delle azioni si svolgono in locali dark, con feste a tema. «Esistono sempre, per fortuna. Bologna è sempre stata e sempre sarà la culla delle culture alternative».
La scrittrice da un anno cura la serie «Dylan Dog» di Bonelli Editore: «Ogni mese Dylan vive in nuovi incubi. Utilizzando gli strumenti della filosofia, della psicanalisi, affronta l’orrore in tutte le sue sfumature. Fanno paura, nei suoi albi, i mostri partoriti dalla società, l’odio, il rifiuto dell’altro, del diverso. In febbraio abbiamo pubblicato una mia storia, Shock, sulla violenza sulle donne. Nel numero di maggio, Pioggia di sangue, a casa di Dylan si presenta un vecchio che dice di essere suo nonno. E lui si ritrova ad accudirlo. Affronto l’emergenza della vecchiaia, l’Alzheimer, anche riferendomi ad esperienze personali, provate con la mia amatissima nonna. L’anzianità è, metaforicamente, un mostro, nella nostra società senza strutture adeguate. Oggi abbiamo più paura della vecchiaia che della morte».