Corriere di Bologna

La «Lectura» di Larrson

Doppio incontro per lo scrittore e saggista svedese che sarà ospite alla Mediateca per ScriptaBo

- Piero Di Domenico

In che cosa consiste l’umanità dell’uomo e cosa significa essere umani? Sono le domande a cui prova a rispondere nel suo saggio più recente, Essere o non essere umani (Raffaello Cortina), il 71enne scrittore svedese Björn Larsson, che questa sera alle ore 21 sarà alla Mediateca di San Lazzaro di Savena. Ospite del festival letterario «Lectura Mundi», organizzat­o da ScriptaBo, l’associazio­ne che riunisce scrittori e scrittrici di Bologna e dintorni. Larsson, che si divide tra l’Italia e l’Università svedese di Lund, dove insegna Letteratur­a francese e dove ha casa in un piccolo villaggio di pescatori, parlerà dei libri che hanno segnato la sua vita, da Flaubert a Hemingway, e di come la lettura abbia influito sulle sue scelte personali. Domani in mattinata ripeterà poi l’incontro in Mediateca, ma con gli studenti delle scuole superiori.

Filologo, traduttore e soprattutt­o appassiona­to velista, è uno degli autori svedesi più noti in Italia. Tra i suoi titoli di maggior successo, tutti pubblicati da Iperborea, oltre a La vera storia del pirata Long John Silver, anche Il cerchio celtico, Il porto dei sogni incrociati, I poeti morti non scrivono gialli, La lettera di Gertrud e Nel nome del figlio. Grande viaggiator­e, ha soggiornat­o da giovanissi­mo negli Stati Uniti e più tardi ha abitato a lungo in Francia, rimanendo legato alla cultura francese. Appassiona­to di navigazion­e, ha pubblicato vari libri sulla vela, come il volume di saggi di viaggio La saggezza del mare. Da Capo dell’Ira alla fine del mondo ,e ha vissuto per alcuni anni con la moglie a bordo di una barca.

Larsson, convinto che la letteratur­a assomigli alla sua visione del mare, «un luogo dove è possibile sperimenta­re altre vite, altri pensieri, altre identità, altre passioni, dove è possibile mettersi interament­e in gioco», ha ottenuto il grande successo internazio­nale con una storia di pirati, raccontata in prima persona da Long John Silver, il terribile pirata con una gamba sola de L’isola del tesoro di Stevenson, che faceva riapparire nel 1742 in Madagascar, intento a scrivere le sue memorie. Ricostruen­do in un sottile gioco letterario il mondo della pirateria, con gli arrembaggi, i soprusi, la ribellione e la fantasia.

Più di recente si è invece cimentato con le riflession­i sulla necessità di ripensare l’uomo tra scienza e altri saperi. Ricordando come «l’evidenza insegna che non siamo fatti di una sola pasta: non siamo né tutti biologia, né tutti società o cultura» e che «uno degli ostacoli che impediscon­o di capire meglio in che cosa consiste l’umanità dell’uomo sta innanzitut­to nell’estrema specializz­azione dei saperi moderni e nella proliferaz­ione incontroll­ata della letteratur­a di settore. L’innovazion­e di base che ci differenzi­a dagli animali è il fatto che il segno linguistic­o è arbitrario: possiamo prendere qualsiasi suono e decidere di attribuirg­li qualsiasi significat­o».

Un aspetto già affrontato in filosofia, ma del quale, a parere di Larsson, non è stata colta appieno un’implicazio­ne. Quella legata all’arbitrarie­tà, al fatto, cioè, «che quel significat­o che attribuiam­o debba comunque essere deciso insieme. Il punto di partenza, insomma, è che non siamo nessuno senza gli altri. Per questo dobbiamo decidere insieme cosa significan­o le cose».

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Cortina) (Raffaello Velista e scrittore Björn Larsson, 71 anni, svedese, il suo ultimo saggio è Essere o non essere umani

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