“Nuda e cruda”, la donna secondo Anna Mazzamauro
La poliedrica artista in scena nella suggestiva cornice del teatro Boni di Acquapendente domenica, alle 17.30
Anna Mazzamauro “Nuda e cruda”, in scena nella suggestiva cornice del teatro Boni domenica, alle 17,30, per interpretare tutto l'universo femminile in poco meno di due ore, passando dalla frivolezza della signorina Silvani, fino al momento più doloroso della vita della grande Anna Magnani.
Un alternarsi di emozioni, sensazioni e sentimenti che tradiscono i lati più profondi della personalità autoironica, ma molto realista, dell’artista.
“E’ un inno alla verità questo mio spettacolo - racconta Anna Mazzamauro - verità sulla mia atipicità, la dolorosa realtà dell'invecchiamento, dello stupro, del femminicidio e verità su personaggi femminili che ben conosciamo”. I monologhi, da lei stessa scritti, scoprono un mondo sommerso di cui poco si parla, generalmente coperto dal velo dell'ipocrisia di cui ogni giorno ognuno di noi si fa scudo per potersi proteggere dal dolore profondo che la realtà vera provoca. Dal punto di vista artistico lo spettacolo evidenzia le doti non comuni di un'artista completa, di esperienza, che sa gestire e alternare momenti esilaranti e momenti drammatici, creando un giusto equilibrio di emozioni, senza mai far scivolare completamente lo spettatore nell'una o nell'altra dimensione.
“Io nella vita non so fare altro che stare sul palcoscenico - prosegue l’attrice - Quando si alza il sipario per me è paragonabile al momento in cui ci sta per addormentare, consapevoli di essere sul punto di sognare. In realtà il tendone si apre su un sogno, che non è solo il mio, ma una magia che in quel preciso istante condivido con il pubblico, seduto lì davanti a me in attesa che io mi esibisca. Provo grandi emozioni, quelle che mi vengono trasmesse dal personaggio che insceno, ma contemporaneamente le offro a coloro che in sala mi stanno guardando. Vorrei quindi che il sipario non calasse mai e quando invece alla fine dello show cala vorrei aver dato ancora di più”.
Un talento indiscutibile e innato, che non ha mai trascurato fin da bambina, quando scandalizzava le madri delle sue amiche insistendo che da adulta sarebbe stata un'attrice.
Un richiamo prepotente mai soffocato, ma anzi coltivato, nonostante famiglia e società non agevolassero questo tortuoso percorso. Una bellezza atipica che le ha concesso fortuna senza risparmiarle sofferenza, ma che lei stessa ha saputo trasformare in un punto di forza vincendo i pregiudizi e i giudizi della gente. “L’atipicità è una sorta di bellezza diversa, della quale devi convincerti prima- ha spiegato l'artista -poi devi vincere attraverso di essa come vinceresti con la bellezza vera. Ancora oggi sono vittima del mal giudizio della gente, delle errate interpretazio- ni altrui e del vedere in questa mia atipicità non solo la bruttezza. Nel momento in cui calco le scene e davanti a me si apre il sipario, io mi sento una creatura meravigliosa”. In questa avventura di “Nuda e cruda” la protagonista sarà accompagnata da due figure maschili, che daranno vita a brevi ma intensi stacchetti musicali, accompagnando la bellissima voce della Mazzamauro. Un’amicizia importante nata da un rapporto di lavoro con l'impresario Stefano Mascagni, uomo di grande cultura e generosità intellettuale, ha favorito la messa in scena di un testo così originale, in quanto Mascagni riesce ad interpretare e sostenere le nuove sperimentazioni teatrali di cui un artista si nutre. “Ho già scritto un'altra commedia per la prossi- ma stagione teatrale - conclude la monologhista si intitola Belvedere e le protagoniste sono una trans e una donna di 200 chili, accompagnate sul palco dalla musica di un musicista totalmente sordo, da cui il nome Beethoven. Questa volta ho avuto il sano desiderio di celebrare la libertà. Il personaggio principale rifiuta di andare a vivere in una palazzina dalla quale sente di non poter spiccare il volo e quindi preferisce vivere sul Belvedere per poter vivere la sua esistenza in maniera molto libera. Stefano è l'unica persona all'altezza di capire e soddisfare il mio desiderio di sperimentare il teatro e mi segue nelle mie follie”. ◀
“E’ un inno alla verità questo mio spettacolo, la verità sulla mia atipicità”
“Io nella vita non so fare altro che stare sul palcoscenico”
“L’atipicità è una bellezza diversa della quale devi convincerti prima”