Presidenze di Camera e Senato primi test per possibili alleanze
Orizzonte ancora poco chiaro, Pd possibile ago della bilancia
Conto alla rovescia per l’elezione dei presidenti delle Camere, ma al momento il quadro che ne esce è sempre più ingarbugliato. Gli occhi sono puntati sul Partito democratico, che benché confermi di non essere della partita, ma pronto a valutare i nomi sul tavolo, viene corteggiato sia da M5s che dal centrodestra. L’obiettivo, in quest’ultimo caso, è portare a casa le due cariche dello Stato con il più ampio consenso possibile per evitare che le elezioni risultino poi come un vero e proprio asse tra M5s e Lega, propedeutico alla formazione di un esecutivo. A dare le carte, comunque, sono Luigi Di Maio e Matteo Salvini che si sono già spartiti Camera e Senato, con Emilio Carelli o Riccardo Fraccaro a Montecitorio, e Roberto Calderoli a palazzo Madama. Su una ipotesi pentastellata sarà difficile una convergenza dem, se non di quella minoranza guidata da Michele Emiliano che non ha fatto mistero sul voler favorire un alleanza con il Movimento. L’altro ticket possibile è Giancarlo Giorgetti per terza carica dello Stato e Paolo Romani per la seconda. Questa ipotesi significherebbe far saltar l’asse M5s-Lega, ma potrebbe tirare le redini all’unità del centrodestra. A questo scenario anche il Pd potrebbe partecipare, anche perchè il senatore azzurro è ben visto da diversi esponenti Pd. Per alcuni ambienti dem anche Di Maio sarebbe una figura di alto profilo. Questo scenario è fortemente caldeggiato da Forza Italia e Udc, in una sorta di ’opà che ha come obiettivo quello di arginare Salvini. Sia Berlusconi che Giorgia Meloni infatti vorrebbero mettere un freno alle ambizioni del leader della Lega. Indigesta è l’idea che Salvini si prenda una presidenza e anche la premiership. Ecco allora l’idea avanzata ieri da Ignazio La Russa di proporre la stessa Meloni per lo scranno più alto di Montecitorio. ◀