E’ guerra vera su Tim Elliott attacca Vivendi
Il fondo annuncia di controllare il 5% della società telefonica I francesi accusano: “E’ un piano per smantellare il gruppo”
- Il fondo Elliott scopre le carte e apre in modo plateale il braccio di ferro con Vivendi per la composizione del cda di Tim, in vista dell’assemblea dei soci della società di telecomunicazioni fissata per il prossimo 24 aprile. “Telecom Italia ha un posizionamento unico sul mercato italiano e fa funzionare una straordinaria collezione di asset che, se propriamente gestiti, dovrebbero produrre ritorni sostanziali e consistenti per i suoi azionisti fornendo un servizio pubblico vitale e di alta qualit à”,è la frase che campeggia sulla home page del sito Transforming Tim, lanciato dal fondo per presentare il proprio punto di vista sulle prospettive dell’azienda. Una premessa in positivo alla quale fa seguito l’affondo rivolto all’attuale primo azionista. “A ogni modo - si legge infatti una riga più in basso - la cattiva amministrazione sotto al board controllato da Vivendi ha comportato temi di gestione della corporate governance molto preoccupanti, una valutazione a sconto e nessun tracciato strategico in avanti”. Come anticipato da un portavoce già la scorsa settimana, il piano di Elliott consiste nel nominare sei candidati “indipendenti e altamente qualificati” con i quali sostituire gli amministratori nominati da Vivendi. Un’idea che ora trova la sua definizione nero su bianco, in una lettera agli azionisti nella quale i candidati vengono presentati con nome e cognome: Fulvio Conti, ex amministratore delegato di Enel, Massimo Ferrari, attuale direttore finanziario di Salini Impregilo, Paola Giannotti De Ponti, consigliere di sorveglianza di Ubi, Luigi Gubitosi, commissario straordinario di Alitalia, Dante Roscini, professore della Harvard Business School e Rocco Sabelli, a.d. di Alitalia dal 2009 al 2012. Nella stessa missiva, la società di investimento segnala di essere giunta a detenere oltre il 3% delle azioni di Tim, unitamente a strumenti finanziari che la portano oltre il
5%, pur ribadendo di non aver intenzione di acquisirne il controllo,
“ma solo di catalizzare il cambiamento per assicurare che la Società sia gestita a benefi-cio di tuttii soci”.
Gelida la reazione di Vivendi, che ha risposto alla pubblicazione della lettera con un comunicato nel quale afferma che esaminerà “senza pregiudizi” i commenti proposti da Elliott (un lungo elenco nel quale si citano “profondo e persistente corso azionario al ribasso”, “insuccessi strategici”, “problemi nella gestione societaria” e “conflitti di interesse”), definito “un hedge fund ben conosciuto per le sue iniziative di breve termine”. D’altra parte, sottolinea con un’ulteriore stoccata il gruppo francese, titolare del 24% del capitale ordinario di Tim, “non è sicuro che il piano per smantellare il gruppo e destabilizzare le squadre creerà valore”, mentre il piano industriale approvato dall’attuale cda appare “solido e promettente”. Proprio sul piano, riferiscono fonti finanziarie, è stata confermata ieri nel corso di un incontro faccia a faccia la sintonia esistente tra l’a.d. Della tlc, Amos Genish, e il presidente del consiglio di sorveglianza di Vivendi, Vincent Bolloré. Sulla stessa lunghezza d’onda sarebbe anche il ceo del gruppo transalpino, Arnaud de Puyfontaine, che in Tim ricopre la carica di presidente. I mercati, intanto, stanno a guardare. Senza però sbilanciarsi troppo: il titolo Telecom Italia, dopo una partenza sul passo del +1,3%, ha chiuso con un moderato progresso dello 0,42%, in linea con l’andamento del Ftse Mib. ◀