“La Regione si accanisce contro di noi”
Appello della cooperativa pescatori di professione laghi Salto e Turano: noi danneggiati a favore dei pescasportivi
▶ PETRELLA SALTO - La cooperativa pescatori di professione laghi Salto e Turano si sente "figlia di un Dio minore" e si appella alla Regione Lazio, chiedendo di ricostituire immediatamente una nuova commissione "che non sia più consultiva, attraverso la quale i nostri rappresentanti potranno e sapranno far valere le loro idee legate alle proprie esigenze ai propri programmi e progetti". Cosa è successo in questi ultimi mesi? La Fipsas, cui sono tesserati molti pescatori sportivi, sta tabellando i laghi Salto e Turano nelle zone concesse dalla Regione tramite un bando, al quale potevano rispondere solo le associazioni sportive. "Di fatto puntualizza Tonino Pandolfi, rappresentante della cooperativa - la Regione concede alla Fipsas circa 20 km di sponde dei due laghi reatini, ma non sono ancora note le motivazioni".
Lo scorso anno la Regione aveva posto in essere due provvedimenti "che danneggiano fortemente una categoria, di per sé già in difficoltà, a favore di un'altra, forte nei numeri e nel portafoglio prosegue Pandolfi - togliendo ai poveri per dare ai ricchi". Secondo la cooperativa, tutto ciò avviene senza tener conto della legge regionale che regola la pesca nelle acque interne. "Possiamo dire con molta onestà, che da quando le competenze in materia non sono più provinciali, la Regione Lazio non ha tenuto più conto della commissione consultiva, prendendo provvedimenti, abusando del proprio potere. L'assessore Hausman, più volte incontrato dalla nostra categoria, sembrava inizialmente in linea con le nostre idee e proposte, ma i fatti dicono il contrario. Ci stanno chiudendo dentro una riserva come gli indiani d'America, ci stanno strappando dal territorio in cui siamo nati e dove abbiamo messo su famiglia con tanti sacrifici e per chi conosce i nostri territori, sa che ci vuole un bel coraggio per restare qui, dove i servizi sono un miraggio. Questa volta ci hanno tolto le zone migliori per la pesca dell' anguilla, cosa che inciderà fortemente sul nostro reddito".
Per svolgere attività di pesca sportiva all'interno delle zone, la Fipsas richiede il pagamento di un tesserino. "Si presume quindi - conclude Pandolfi - che molti pescatori sportivi scenderanno in zona libera, dove sono concentrate tutte le altre attività presenti sul lago, aumentando così i problemi di convivenza. Attività a volte anche irregolari che andrebbero regolamentate, come fanno con la pesca professionale, a cominciare dai pontili e pontiletti, che ogni giorno vengono posizionati sulle acque del Salto e Turano. E' dunque un accanimento ‘caro’ nei confronti della nostra categoria da parte della Regione Lazio, che anche in questo caso ha abusato del proprio potere. Siamo senza parole". ◀