La primavera parte male Farà molto freddo
Ondata di maltempo
Sull’Italia imperversa l’ottava perturbazione di marzo e, a detta degli esperti, anche la settimana di inizio primavera sarà piovosa e fredda. Il meteo anche nei prossimi giorni si preannuncia molto instabile con temperature al di sotto della norma che, secondo i meteorologi del centro Epson, potrebbero scendere e attestarsi su medie normali non per il mese di marzo ma per il pieno inverno. Possibili, a metà settimana, deboli gelate all’alba anche in pianura e nevicate anche a quote basse nelle zone interne della Penisola. Dopo il maltempo diffuso di ieri e oggi, quella di domani sarà una giornata dal cielo molto nuvoloso o coperto un po’ ovunque. Le precipi- tazioni riguarderanno soprattutto l’ovest della Sardegna e il settore tirrenico, dove saranno possibili anche alcuni rovesci. Soprattutto al mattino i fenomeni saranno ancora insistenti tra l’Emilia Romagna e il nord delle Marche, con neve a quote basse in Appennino, localmente fino ai 200-400 metri. Nel resto dell’Appennino precipitazioni soprattutto nel pomeriggio, con limite delle nevicate più elevato: oltre 800-1200 metri al Centro, 1000-1300 al Sud. Locali piogge anche in Sicilia e, dal pomeriggio, anche sul medio-basso Adriatico. Sul resto del Nord le nuvole saranno associate a scarsi fenomeni, al mattino lungo le coste delle Venezie, nel pomeriggio lungo le Prealpi e nell’ovest del Piemonte, con limite della neve in calo fino ai 300-400 metri inizialmente al Nord-Est, dal pomeriggio fino a 600 metri anche in tutto il Nord.
Le temperature caleranno ulteriormente, in modo sensibile soprattutto al Nord-Est dove registreremo massime tra i 4 e gli 8 gradi, e il freddo sarà accentuato da intensi venti di bora. Ancora ventoso anche al Centro-Sud dove soffieranno tesi i venti occidentali, forti in particolare nelle isole: le raffiche di maestrale raggiungeranno i 70-80 km/h in Sardegna.
La nuova ondata di maltempo sarà un autentico flagello soprattutto per le campagne, dove è già drammatica la conta dei danni del gelo invernale. Lo sottolinea Coldiretti che spiega come il gelo abbia spaccato la corteccia, bruciato le gemme e spogliato dalle foglie almeno 25 milioni di piante di ulivo dalla Puglia, all’Abruzzo sino al Lazio dove le perdite in alcuni casi raggiungono il 60% della produzione e la situazione è particolarmente drammatica nella Sabina, con la richiesta del proclamazione dello stato di calamità naturale.
“Non solo è andato perduto il raccolto di olive dell’anno ma in molti casi - sottolinea la Coldiretti - sarà necessario sostituire le piante e ci vorranno anni prima che si torni a produrre con effetti devastanti per l’economia ed il lavoro di migliaia di famiglie. Sugli ulivi si vedono solo ora gli effetti di Burian che con la discesa delle temperature anche di dieci gradi sotto allo zero ha superato la capacità di sopportazione delle piante al freddo”. ◀