Corriere di Rieti

Di Maio punta sui vitalizi: “Li abolirò”

Il leader M5s definisce anche l’identikit per le presidenze delle Camere: no a candidati condannati o sotto processo

- Di Denise Faticante

- Il Movimento 5 stelle specifica, sottolinea, ribadisce per chiarire una volta per tutta una questione: le intese cercate in maniera forsennata, specialmen­te con la Lega di Salvini, riguardano esclusivam­ente la presidenza delle Camere e non il futuro governo del Paese. A scanso di equivoci lo ha ripetuto Luigi Di Maio anche ieri nel suo tour al Nord, toccando prima Bologna e arrivando fino a Como per poi riprendere il concetto, nel pomeriggio, sul blog delle stelle. “Quello che ci interessa ha spiegato il capo politico M5s - è dare persone di garanzia alla presidenza delle due Camere, dei due rami del Parlamento, ma soprattutt­o abolire i vitalizi”. Questo “perché la composizio­ne degli uffici di presidenza di Camera e Senato, con i loro presidenti, i vicepresid­enti, i questori e i segretari - ha continuato Di Maio - sarà importante per abolire un privilegio odioso come quello dei vitalizi che sicurament­e è uno di quei temi che ci ha restituito il voto del 4 marzo dove il Movimento 5 stelle ha raggiunto il 32,5%”.

Vuole cambiare le regole del gioco, Di Maio e sottolinea che non ha “intenzione di chiudere l’individuaz­ione dei presidenti delle Camere solo a un accordo tra due forze politiche. Sarà molto importante dialogare con tutti per individuar­e personalit­à di garanzia”. Di Maio poi mette un altro paletto: per le presidenze delle Camere “da parte delle altre forze politiche considerer­emo inaccettab­ili le proposte di candidati, per qualsiasi carica istituzion­ale in ognuna delle due Camere, che siano condannati o sotto processo. Ne va della credibilit­à e dell’onorabilit­à delle istituzion­i, un valore a cui non rinuncerem­o mai”.

Quello che ormai è certo è che Di Maio si è reso conto che la partita con la Lega si fa sempre più complicata e non solo per i dissidi interni al centrodest­ra. Il capo politico dei grillini ha realizzato che consegnare la presidenza di Montecitor­io o a un forzista o a uno del Carroccio significhe­rebbe di fatto precluders­i la possibilit­à di vedersi assegnato un mandato dal Colle, che potrebbe affidare alla seconda carica dello Stato il compito di esplorare le maggioranz­e. Ora più che mai è tutto un gioco a scacchi fatto di mosse, contromoss­e e strategie. Intanto da domani si aprirà anche un altro capitolo molto importante per i Cinquestel­le, quello relativo al Documento di programmaz­ione economica e finanziari­a. L’obiettivo dei grillini è buttare palla avanti rispetto agli avversari, nella speranza di essere inseguiti e non essere, dunque, costretti a rincorrere gli altri su terreni che risultereb­bero impervi. Anche il Def sarà un banco di prova molto utile per comprender­e se ci sono margini per la composizio­ne di una maggioranz­a numerica (non politica) che sostenga il prossimo governo. Dai rumors interni al M5s si apprende che il testo non dovrebbe contenere misure schock, né una continuità rispetto all’impostazio­ne del governo Gentiloni. ◀

Domani si apre un altro fronte Ci sono da definire le linee di fondo del nuovo Def

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Vincitore del 4 marzo Luigi Di Maio sta cercando di venire a capo del rebus che si è venjuto a creare dopo il risultato elettorale

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